Il giovane Michelangelo a Sant’Anna dei Lombardi

Attribuita a Michelangelo quattordicenne una statua della Cappella Correale nella Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli

Arte e Cultura
Articolo di , 05 Gen 2022
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Il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi di Napoli, conosciuto anche come Santa Maria di Monteoliveto, è una preziosa testimonianza del Rinascimento toscano a Napoli. Tra gli ambienti più suggestivi e noti della Chiesa troviamo la Cappella Correale, esempio concreto degli stretti legami che esistevano tra Napoli e Firenze nel ‘400.

Secondo alcuni studi, all’interno di questa cappella è presente una statua attribuibile a Michelangelo.

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La Cappella Correale di Sant’Anna dei Lombardi

La Cappella Correale fu fondata nel 1490 per volere di Marino Correale, maggiordomo della casa reale aragonese e conte di Terranova. Famosi, all’interno della cappella, i lavori di Benedetto da Maiano, uno degli architetti e scultori più richiesti in Italia – soprattutto a Firenze – durante il XV sec.

Tra i suoi capolavori più celebri troviamo la tomba di Filippo Strozzi nella Basilica di Santa Maria Novella, il celebre Crocifisso in Santa Maria del Fiore, l’elegante Pulpito nella Basilica di Santa Croce a Firenze e, proprio nella cappella Correale a Napoli, il sarcofago del fondatore ed il celebre altare con l’Annunciazione.

In passato le opere di Benedetto da Maiano erano associate, sia da un punto di vista stilistico sia da un punto di vista tecnico, ad artisti come Desiderio da Settignano, Mino da Fiesole e Antonio Rossellino. È solo durante la metà del XX secolo, quando la critica approfondisce la sua figura di maestro della scultura in marmo evidenziandone l’evoluzione graduale dello stile, che la sua figura viene distaccata dalla generazione dei maestri sopra citati.

Il legame tra Michelangelo e Benedetto da Maiano

Proprio sulla base di queste considerazioni, nel 1958, la nota studiosa tedesca Margrit Lisner esamina i lavori della fase matura di Benedetto da Maiano e quelli di esordio di Michelangelo Buonarroti (del quale avrebbe riscoperto qualche anno dopo il Crocifisso ligneo in Santo Spirito a Firenze), e avanza l’ipotesi di un possibile legame tra i due.

Secondo la studiosa, infatti, è da considerarsi molto probabile la presenza di Michelangelo quattordicenne presso la bottega di Benedetto da Maiano, luogo di grande fama a Firenze durante il ‘400.

Lo Spiritello dell’Annunciazione attribuito a Michelangelo

Tra le molteplici opere analizzate dalla Lisner a sostegno del suo pensiero, ritroviamo anche l’Annunciazione di Napoli. L’attenzione è posta in particolare sullo Spiritello reggifestone, collocato in alto a destra dell’altare, che la studiosa tedesca attribuisce proprio alla mano di Michelangelo adolescente.

Questa tesi viene sostenuta e confermata (nel 2000 e nel 2014) anche da Francesco Caglioti, accademico e storico dell’arte italiano nonché profondo conoscitore della scultura del Rinascimento e dell’arte di Michelangelo. Caglioti riscontra nello Spiritello napoletano una significativa innovazione stilistica rispetto alle opere di Benedetto da Maiano.

Spiritello reggifestone Michelangelo

A far pensare sono la struttura del capo dello Spiritello, l’espressione particolare – quasi satirica – del suo volto e, soprattutto, il movimento del corpo. È proprio la singolare postura del putto, impegnato a sorreggere il festone con il braccio destro sollevato che mette in vista l’ascella, che spinge gli studiosi a ritrovare in questa particolare movenza uno schema ricorrente e ben riconoscibile anche in altre straordinarie opere di Michelangelo.

La ricchezza di Sant’Anna dei Lombardi

L’attribuzione dello Spiritello Correale alla mano di Michelangelo arricchisce ulteriormente l’importanza della Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi. Quest’opera si affianca a quelle di  nomi illustri come quelli di Giorgio Vasari, Antonio Rossellino, Andrea della Robbia, Guido Mazzoni e Benedetto da Maiano, che in questo luogo hanno lasciato testimonianze di straordinaria bellezza e valore. Questo Complesso Monumentale può quindi considerarsi un unicum nel panorama artistico napoletano.

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