Clap Napoli, il nuovo corso della cucina fusion nel cuore del Vomero
Circondato dalla magniloquenza degli edifici liberty della centrale Piazza Fuga, inaugura Clap: il locale asiatico che non ti aspetti.

Una vera scommessa, quella di Clap, nuova apertura nel cuore di un quartiere partenopeo, il Vomero, tradizionalmente votato alla ristorazione d’accomodamento, con pub e pizzerie che la fanno da padrone, con una proposta commerciale all’insegna della recisione e flessibilità nelle formule.
Sarà la sinergia dell’asset proprietario e la lungimirante confluenza delle pregresse esperienze professionali dei soci – Alessandro Romeo e Pierluigi Varriale, entrambi nel settore del “leisure” e vita notturna – nonché, operativamente, dello chef Christian Cataffo, già alla direzione della cucina in “Umami” a Pozzuoli, del direttore e maitre Alessio D’Agostino, coinvolto nei progetti Noa, Toledo 177 e dello stellato Caracol, nei XCampi Flegrei.
Shibuya Izakaya apre a Napoli: un angolo di autentico Giappone nel cuore della cittàParola chiave, la flessibilità massima nell’offerta eno-gastronomica del locale, con la formula “tapas and wines” nell’orario preserale, sino alla possibilità di scelta “a la carte”, con una serie di “signature dishes” improntati alla qualità della materia prima e stagionalità degli ingredienti, culminando con l’intrattenimento musicale nel dopocena: insomma un “cosmopolitismo gastronomico” che si ispiri a locali internazionali a la page come ad esempio “Amazonico” in Dubai, dove la convivialità è sinonimo di accoglienza e di promozione socio-culturale.
Nessun vezzo celebrativo da social, o promozione parossistica del lusso, l’inclusività nel target della clientela è la vera scommessa: eleganti gli interni, con circa quaranta coperti, funzionale cucina a vista, rifiniture in legno massello ed acero con assenza di tovagliato, e le preziose sedie dell’artigiano partenopeo Vittorio Pappalardo, veri e propri pezzi di design artistico contemporaneo.
Gli assaggi e i pairing con i vini
Iniziando dai piatti della serata, si parte con il “fish and chips a modo mio”, in cui ad accompagnare il merluzzo fritto – con mayo al lime, ca va sans dire – ci sono le chips di platano, deliziose e dalla croccantezza ineccepibile, seguite dalla calamarelle, primizia dei mari nostri, ovverosia un calamaro molto piccolo e morbido: in pairing D’Agostino propone il brut rosè biologico “Tuttacoccia” dell’azienda Agricola Paride D’Angelo, un dissetante ed identitario Montepulciano abruzzese rifermentato in bottiglia.
Ancora, sovvengono la selezione di gunkan flambati – salmone tonno e ricciola, con salsa teriyaki rigorosamente home-made – qui la scelta enologica è con il Pecorino IGP Colline Pescaresi 2023 della medesima azienda Paride D’Angelo, solo acciaio nell’affinamento per un’interessante mineralità, note di pesca ed albicocca con un finale di rosmarino e timo.
I successivi nigiri – con salmone, wasabi ed ikura, capasanta e pesto, gambero rosso e foglia d’oro, tonno rosso e tartufo nero, salmone e ikura, hamachi e lime – rappresentano forse l’acme del gusto della serata, la Blanquette de Limoux extra brut “Un air de fete” è Mauzac di grande raffinatezza, alternativa territoriale cheap and chic alla più blasonata Champagne.
Degna chiusura la selezione di carpacci di salmone tonno ed hamachi, con un impiattamento di grande eleganza, ed infine gli uramaki, gustosi e variegati – gambero rosso, capasanta ed ikura – sui quali si continua a pasteggiare con il metodo Champenoise di cui sopra, altro vanto identitario dell’enologia d’Oltralpe.
Concludiamo con il dessert “mochi e tartellette al cioccolato”, in abbinamento l’eccellente Nikka Whisky from the Barrel dal Giappone: carta dei vini in divenire che, grazie alla sagace competenza di Alessio D’Agostino, alterna classici dell’enologia regionale e nazionale alla nouvelle vague dei nuovi produttori da agricoltura biodinamica e c.d. “naturale”, oltre ad un’interessante selezione di distillati.

