Caffè, caffè e sempre e solo caffè, ogni scusa è buona per fare la pausa per gustare un buon caffè.
A casa o al bar, e per molti napoletani la giornata non comincia se non si prende un caffè come si deve.
Ogni volta che si prende il caffè a Napoli si compie un rito, si gode un privilegio che sembra brutto a tenersi solo per sé, quindi si lascia sempre una moneta sul bancone del bar come segno di un altro caffè già pagato o per un amico che passerà a prenderlo.
Carnevale a Napoli, ogni scherzo vale!Ufficialmente, tra le caratteristiche imprescindibili, il caffè deve avere le quattro C: carico, caldo, comodo e corto; anche se, secondo quanto è scritto sul muro del bar dietro al conservatorio, sarebbero: comme cazz coce, bevuto in piedi tra musicisti trafelati che, nonostante il ritardo, non rinunciano alla tazzulella e alla veloce chiacchierata.
Il caffè napoletano ha un sapore unico, non si assapora da nessun’altra parte del mondo. Si dice che questa unicità è dovuta all’acqua di Napoli.
Importante è la ricerca del personale caffè napoletano. Buono lo si trova in molti bar, personale, è più difficile: bisogna avventurarsi e cercare. Il rumore del macinino, lo sbuffo di vapore bollente per far salire la macchina. Il bar è il laboratorio del mago, il vero alchimista napoletano, quello capace di rendere il chicco in oro. La miscela è una lenta colata che si posa sul fondo di una vecchia tazzina di porcellana doppia, bassa e bollente. Un’esperienza sensoriale da restare a guardare il maestro all’opera fino al momento in cui è l’opera stessa che si concede nel sacrificio estremo. Perfino gli Illuministi fondarono in lui grandiose speranze, definendolo destatore di animi, risvegliatore di coscienze.
Il buon vecchio Pinuccio ha dedicato anche una canzone alla tazzullella.
io non sono mai stato a napoli ma mi hanno riferito che il caffਠਠeccezionale, qual’ਠil segreto?