Le Guglie di Napoli: l’arte e la fede scolpite nella pietra

Le Guglie di Napoli, la fede e l'arte si incontrano in queste magnifiche opere scolpite in marmo bianco, alte fino a 20 metri.

Arte e Cultura
Articolo di , 04 Ago 2024
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Fonte Wikimedia Commons

La storia di Napoli non smette mai di stupire e, anche oggi, passeggiamo per le vie del centro storico, alla riscoperta di alcune opere monumentali dall’aspetto incantevole. Le guglie, o obelischi, decorano alcune piazze della nostra città. Realizzate prevalentemente in marmo bianco e ricche di sculture e bassorilievi, osserviamone insieme cinque, fra cui la più antica di Napoli.

Guglia dell’Immacolata a Materdei

La Guglia dell’Immacolata a Materdei si trova in Via Ugo Falcando, nel quartiere di Materdei. La realizzazione della parte principale è risalente al XVIII secolo e viene attribuita a Giuseppe Astarita che, con tipico stile barocco, scolpì questo piedistallo alto 10 metri in piperno e marmo bianco.
La statua che ne orna la cima è attribuita invece a Domenico Cagini, risalente grossomodo al 1470, di gran lunga precedente all’opera di Astarita.

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Si suppone che la statua, anticamente posizionata al Palazzo Sanseverino, sia stata collocata in cima alla struttura come modello d’ispirazione per la realizzazione della Guglia dell’Immacolata di piazza del Gesù.

Nel 2003 l’opera fu soggetta a lavori di restauro e, un anno dopo, la guglia è stata posizionata a via Ugo Falcando, lasciando la sua precedente sede nel chiostro dell’ex Conservatorio della Concezione. La statua in cima, tuttavia, è solo una copia dell’originale, che è presente nel Museo Civico di Castel Nuovo.

Guglia dell’Immacolata al Gesù Nuovo

La Guglia dell’Immacolata si trova nella Piazza del Gesù Nuovo e la sua realizzazione risale al XVIII secolo. L’inizio del lavori risale al 1746 su progetto di Giuseppe Genoino, che ne affidò l’esecuzione a Giuseppe di Fiore, con l’aiuto di Filippo D’Amato, uno degli architetti più famosi del epoca.

Prima di ospitare l’obelisco, nel luogo sorgeva la statua equestre di Filippo V ad opera di Lorenzo Vaccaro, datata al 1705. L’opera, che  celebrava la visita del re avvenuta nel 1702, ebbe vita breve, poiché fu distrutta dal popolo solo due anni dopo, nel 1707, con l’arrivo delle truppe austriache a Napoli. Ricca di puttini, ritratti di santi ed episodi evangelici,  l’obelisco termina con la statua in rame dell’Immacolata.

Alta 22 metri, si dice che fra episodi biblici e sculture di santi siano anche raffigurati alcuni elementi blasfemi richiamanti la morte, visibili però solo da alcune angolazioni della piazza in particolari condizioni di luce.

Guglia di San Domenico

La Guglia di San Domenico si trova nella piazza di San Domenico Maggiore e i suoi lavori iniziarono nel 1658. Su richiesta dell’ordine Domenicano la realizzazione del progetto fu affidata a Cosimo Fanzago ma, da alcuni documenti storici, risulterebbe che la parte tecnica e strutturale sia opera di Francesco Antonio Picchiatti, mentre il Fanzago si sarebbe occupato del rivestimento in marmo.

Adornata da puttini, bassorilievi di santi e sculture di sirene, troviamo sulla cima, all’altezza di 26 metri, la statua in marmo di San Domenico.
Non si hanno notizie certe su chi sia stato a scolpire la statua, ma si da per certo che sia stato Domenico Antonio Vaccaro a realizzarne il bozzetto.

Guglia di San Gaetano

La Guglia di San Gaetano è situata in piazza San Gaetano ed è risalente al 1670. I lavori dell’opera furono affidati a Cosimo Fanzago in collaborazione con Andrea Falcone. Voluta dai padri Teatini della Basilica di San Paolo Maggiore in ringraziamento alla scampata pestilenza del 1656, il progetto doveva ricalcare l’Obelisco di San Gennaro, ma non fu mai ultimato.

Infatti, della guglia venne realizzato solo il basamento in pietra abbellito dalla statua posta al di sopra. Più tardi, nel 1747 la statua di San Gaetano fu sostituita con un’altra opera rappresentante il santo, realizzata per mano di un artista ignoto.

Guglia di San Gennaro

La Guglia di San Gennaro si trova in piazza Riario Sforza, nei pressi della reale cappella del Tesoro di San Gennaro. In ringraziamento del santo patrono per lo scampato pericolo dell’eruzione del Vesuvio nel 1631, la Deputazione del Tesoro decise di erigere questo obelisco, datato 1636.

Ad opera di Cosimo Fanzago, questa guglia è la più antica di Napoli. Sulla cima, alta 24 metri troviamo la statua in bronzo di San Gennaro, ad realizzata da Tommaso Montani.

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