«Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi»
Apriamo con una citazione di David Foster Wallace, saggista e scrittore statunitense, questa leggenda popolare che mai come ora, il riferimento sembra essere indicato alla triste vicenda.
Ferragosto a Napoli: tanti turisti attesi in cittàUna leggenda metropolitana in pieno dramma scheckspiriano alla Romeo e Giulietta, dove la nostra protagonista, Milena, lascerà questo mondo senza il suo amato Romeo.
La tragica storia è tratta dalla Raccolta di Leggende degli alunni di Secondigliano, a cura della Scuola Media Statale «Tito Lucrezio Caro” nell’ambito del progetto «La scuola adotta un monumento» del 1996/1997. L’iniziativa nacque per rivalutare e far conoscere il patrimonio culturale ed artistico dell’entroterra napoletana, con storie, fatti e leggende popolari.
Per comprendere il dramma che si trascina questa vicenda amorosa, dobbiamo recarci al Corso Secondigliano al civico 148, e soffermarci davanti ad un’antica palazzina e osservare il luogo con lo sguardo di circa un secolo fa: in bianco-nero e seppia.
Siano all’inizio del Novecento e Secondigliano ha il vanto di essere annoverato fra i Casali più importanti di Napoli sin dall’età imperiale, passato poi alla storia con il nome «Casale Regio di Secondigliano» titolo che assumerà soltanto tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600 in età vicereale, successivamente all’apertura della nota strada di Capodichino (1585).
Il Corso Secondigliano è sempre stato l’attrazione principale del quartiere, espressione della vita sociale ed economica del territorio che vanterà il fiorire di botteghe, negozi, pizzerie, trattorie, attività commerciali rinomate, palazzi storici; meta di svago per la presenza di campagne salubri e di pellegrinaggio religioso, fra le piccole e grandi chiese di culto e devozione popolare. Secondigliano incarnava il ritratto della salute, sinonimo di prosperità e benessere e che godeva di una sua privilegiata autonomia dal Comune di Napoli, prima del 1925.
In questo contesto storico agli inizi del Novecento è ambientata la storia del fantasma di San Lorenzo, nota ai residenti del posto come la storia di Milena.
Chi è il fantasma di San Lorenzo?
Su un’antica palazzina che dava sul Corso Secondigliano, abitava una bella ragazza di nome Milena che a ventisette anni, fu data in moglie ad un uomo di nome Cosimo.
La loro unione era stata pianificata sin dalla loro nascita: come si suol dire era stato un matrimonio combinato, carico di interessi di natura economica,voluto da entrambe le due famiglie. Milena che in cuor suo non amava Cosimo, dovette accondiscendere alle nozze, per rispetto della tradizione e per non sottrarsi alla ferrea volontà paterna.
Dopo pochi mesi dal fidanzamento, fu celebrato il matrimonio ma il lieto evento si rivelerà un tragico fato per entrambi.
Il banchetto festoso fu aperto all’interno del cortile della palazzina, fra schiamazzi di bambini, grida di gioia dei parenti, dei vicini e degli amici della sposa; tutte a farle festa portandole in dono fiori d’arancio, ceste di frutta, deliziosi manicaretti, per poter allietare l’evento in pieno spirito popolare; ma dentro questa scena carnevalesca, l’anima di Milena era già spezzata, frantumata in mille pezzi, turbata all’idea di dividere il resto della sua vita con un uomo che non amava: suo marito Cosimo.
Quando l’allegoria del banchetto fu terminata, cedendo il posto ai «doveri» i giovani sposi furono invitati a prendere possesso della loro dimora, una graziosa casa posta al terzo piano con attico e accingersi con tutti i buoni propositi verso la camera da letto.
Milena che mostrava ancora segni di irrequietezza, tentava con una scusa di sottrarsi ai doveri coniugali, accusando il caldo torrido della giornata e la spossatezza della cerimonia; per distogliere l’imbarazzo generale, Cosimo prese dello spumante e i due calici e insieme brindarono al nuovo inizio di vita, nella speranza di un futuro roseo.
All’atto di condividere il letto, Milena, ancora in abito da sposa preziosamente ricamato, si incammino verso l’attico per prendere una boccata d’aria; quel 10 agosto era stata una di quelle giornate torride, calda, difficile da dimenticare.
Milena rivolse l’ultimo sguardo fra le stelle di San Lorenzo, volgendo i suo occhi verso la sua casa materna, un solo pensiero e si sporse sulla balaustra; ancora un’attimo di esitazione e la giovane si lanciò precipitosamente nel vuoto, mettendo fine alla sua fragile esistenza. Il suo corpo ora giaceva in una pozza di sangue all’interno del cortile.
Si susseguirono urla strazianti e pianti dei suoi cari che non compresero la tragicità di quel suo gesto; preferì la morte che passare il resto della sua vita con Cosimo.
Alcuni vicini, mossi da sentimenti d’amicizia nei confronti della famiglia di Milena, avevano intuito che la giovane amasse un’altro ragazzo, forse non ben voluto dalla sua famiglia e che per disperazione, non potendo incoronare il suo sogno d’amore con il suo «Romeo» scelse la più tragica delle morti: il suicidio, il gesto estremo sintomo di una grave sofferenza fisica e psichica. Da allora Milena appare, così si narra, nella notte di San Lorenzo, senza pace.
Una leggenda vuole che nella notte di San Lorenzo, il 10 Agosto, nell’antica palazzina, oggi palazzo condominiale, si possa assistere alla rappresentazione di questo terribile spettacolo; quando la luna diventa più grande e si tinge di rosso appare improvvisamente il fantasma di una giovane ragazza vestita in abito da sposa: si scorge la sua figura andare sull’attico con passi svelti e nervosi e dopo un’attimo di esitazione si sporge sulla balaustra e si lancia nel vuoto, come a voler fermare l’ultimo atto della sua vita terrena, come un fotogramma,
Nel buio si nota un corpicino leggero che volteggia nell’aria, con il vestito che si gonfia sospinto dal vento, con i ricami e le pietre dell’abito che brillano nel chiarore della luna mentre perde la sua coroncina nuziale di fiori d’arancio, emettendo un grido gelido che a sentire mette i brividi. Il suo flebile corpo è disteso a terra come se fosse una candida spuma; si rialza nuovamente da terra come fosse un burattino mosso da fili invisibili e si avvia nel baratro delle ombre, verso il portone della sua vecchia casa, sparendo nel nulla.
Molti giurano di averla vista fra la notte del 9 e 10 agosto, una sagoma bianca che vola e brilla. Una scena impressionate che lascia poco spazio all’immaginazione.
Questo è la drammatica storia del fantasma di San Lorenzo che ha il volto della giovane Milena, la sposa infelice che ogni 10 agosto ripete come in una farsa il suo atroce gesto per espiare il suo peccato: l’amore negato, ora impossibile che le ha sottratto il suo amato e la sua gioventù. Leggende o tragedie così, purtroppo a Napoli ce ne sono ancora …