Chi è Andrea Settembre, il cantautore napoletano vincitore di Sanremo Giovani con “Vertebre”

Settembre, l'artista partenopeo trionfa in finale a Sanremo Giovani. Con "Vertebre" l'emozione arriva in un attimo, con grazia. È un messaggio d'amore dedicato a un'intera generazione di giovani che - come è riportato teneramente nel testo - giocano a fare i grandi ma che si sentono perduti come un cane in mezzo alla città.

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Articolo di , 13 Feb 2025
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Foto Ig @andreasettembre

Incredulo per quello che è successo, come ha scritto sui suoi profili social, Settembre, cantautore napoletano in gara vincitore di Sanremo Giovani, ha vinto prima la sfida diretta contro Maria Tomba, in un outfit sui toni del bordeaux firmato Fenadena con il tocco immancabile di E. Marinella Napoli. Poi, ha trionfato in finale, contro il favorito della vigilia Alex Wyse, oltre a vincere il premio della critica e quello della sala stampa Lucio Dalla.

Chi è Andrea Settembre

Il suo nome completo è Andrea Settembre, ha 24 anni e viene dai Colli Aminei. Lo abbiamo già visto a X Factor nel 2023, programma in cui abbiamo amato la sua cover di “Amandoti”, brano dei CCCP – Fedeli alla linea del 1990. Quest’anno, invece, ha incantato il pubblico sanremese con “Vertebre“.

Vertebre, un messaggio dedicato a una generazione

La sua impronta musicale è fresca e immediata, ma intensa. Anche per il testo sanremese, Settembre sceglie di inserire un tocco napoletano in un messaggio d’amore. È un messaggio d’amore dedicato a un’intera generazione di giovani che – come è riportato teneramente nel testo della canzone – giocano a fare i grandi ma che si sentono perduti come un cane in mezzo alla città.

Eppure tutti sono stati giovani, quindi è un messaggio d’amore che non esclude praticamente nessuno, anche perché (concedendomi un altro gioco di parole) a nessuno, nessuno ha mai detto come si piange a questa età, che è l’età più fragile, quella in cui ci si scopre e lo si fa attraverso le relazioni.

Ma ogni età non ha in sé almeno in parte – sempre – questa nota di fragilità? Ci si può mai fermare nella scoperta di sé e dell’altro? Ci si può mai sentire completamente cresciuti? Beh, no, ed è per questo che “Vertebre“, una canzone con cui si ci si presenta all’altro disarmati dicendogli: strappami pure la pelle dalle vertebre se vuoi, risuona in ognuno di noi, in qualsiasi età si trovi, noi che stiamo ancora imparando da soli a piangere e a ridere.

Il testo della canzone: per chi sta imparando da solo a piangere e a ridere

Sui social, prima che iniziasse ufficialmente il Festival di Sanremo, Settembre pubblica un video in cui canta la sua canzone per una coppia matura di innamorati, mentre siede a un tavolino con un cartello “siediti qui se sei un po’ triste”, e in un altro video fa salire ragazzi in una macchina piena di amici per cantare insieme il brano a gran voce.

Con “Vertebrel’emozione è a portata di mano, arriva in un attimo con grazia perché è collegata a un messaggio d’amore che è sì un canto generazionale ma che, visto che tutti siamo stati giovani e tutti abbiamo lasciato nella giovinezza qualcosa di noi, e visto che la giovinezza la si porta dentro come una scintilla, è universale.

Come se qualcuno potesse davvero insegnarlo, i giovani vorrebbero istruzioni su come piangere, gioire, soffrire – in definitiva, su come vivere – perché si sentono spaesati in un mondo che è ora meraviglioso per le sue scoperte ora così crudele per le mille delusioni.

Soprattutto oggi, in un mondo iper-connesso dove tutto ci riguarda e dove si può sfuggire a tutto, i giovani si sentono impotenti di fronte alla vita e la sensazione fisica di sentirsi strappare la pelle dalle vertebre è viva, è come un volersi spogliare di tutti questi dubbi.

Eppure credo che questa generazione sia perduta solo in apparenza, che si senta così ma, per il sol fatto di sentire, non lo è affatto, perduta intendo. Perché – essenzialmente – chi sente non si perde mai. Perciò la soluzione probabilmente è quella di continuare a imparare da soli a cadere e a volare, di continuare ad attraversare senza guida ogni emozione possibile.

In definitiva, “Vertebre” di Settembre è una canzone con oltre 6 milioni di stream su Spotify perché arriva al cuore, oltre le vertebre appunto, alla sua parte più giovane, più sincera. Qui il testo completo, buona lettura:

Mi hai detto, “Non fa niente”E poi mi stai lasciando soloMi hai messo in bocca le tue colpeE sai che questo non è il modoGiochiamo a fare i grandi, maPiangiamo all’universitàAnch’io mi sento a volteUn cane perso in mezzo alla città
Strappami la pelle dalle vertebreMa dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu meNei tuoi occhi brucia la cittàChe poi stare qui con te è come perdere la dignitàTrascurarsi per me è uguale a fottereÈ buttarsi nel fuoco, senza accendereTra noi due non so chi vinceràNessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età
Mi hai dato il meglio di teLe tue bugie miglioriEd io le ho strette così forteMentre imparavo a cadere
Strappami la pelle dalle vertebreMa dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu meNei tuoi occhi brucia la cittàChe poi stare qui con te è come perdere la dignitàTrascurarsi per me è uguale a fottereÈ buttarsi nel fuoco, senza accendereTra noi due non so chi vinceràNessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età
Nessuno ci ha mai detto, noNessuno ci ha mai detto, no(Cerchiamo rimedi contro l’ansia)Sul’ p’ nun spari’
Strappami la pelle dalle vertebreMa dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu meTra noi due non so chi vinceràNessuno ci ha mai detto come si ride alla nostra età.

 

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