I Quattro Palazzi a Napoli, passato e futuro di piazza Nicola Amore
I quattro Palazzi. La storia e i progetti per il futuro di Piazza Nicola Amore.
Piazza Nicola Amore, nota come “I Quattro Palazzi” è un delle piazze più particolari della città di Napoli. La piazza spezza il percorso che conduce dal centro alla Stazione Centrale e la sua storia è ricca di contraddizioni ed è in continua evoluzione. Siamo andati a scoprire per voi la sua nascita ed il contesto storico che la caratterizza, con un’occhio sui progetti futuri.
Piazza Quattro Palazzi a Napoli, un po’di storia
Nel 1884, all’indomani di una terribile epidemia di Colera, la città vide l’inizio di un progetto fortemente voluto dall’allora sindaco Nicola Amore, chiamato Risanamento. L’intenzione era quella di avviare un grande intervento urbanistico al fine di apportare delle significative migliorie nelle zone del Pendino, Porto, Mercato e Vicaria, sostituendo i vecchi edifici con alcuni completamente nuovi. Con l’istituzione della Società per il Risanamento di Napoli, poi divenuta Risanamento S.p.A. nel 1888, il progetto prese una forma concreta e diede il via ai lavori di ricostruzione. Molti edifici fatiscenti e sporchi erano ritenuti dal sindaco la maggiore causa della diffusione del Colera. Furono così abbattuti molti palazzi nella zona del Corso Umberto e Piazza Bovio.
La particolarità sono proprio i quattro edifici assolutamente identici fra loro che circondano la piazza da quattro lati. Sono tutti in stile rinascimentale, hanno statue maschili che, pur svolgendo una funzione decorativa, paiono sostenere i portali.
Ritrovamenti archeologici
Sin dall’epoca del Risanamento, gli scavi per le costruzioni dei novi edifici, hanno portato alla luce dei reperti archeologici. La zona del Corso Umberto, affonda le sue radici nell’epoca greco-romana. Si racconta che, secondo l’allora ministro De Pretis, i lavori di risanamento, fossero volti a “sventrare” Napoli, potremmo dire oggi che il termine, per quanto forte o inappropriato, avesse in sé una sorta di missione. Tra i ritrovamenti ci sono una Nike – statua di donna, in greco – dei resti di un tempio ed una epigrafe coi nomi dei vincitori dei giochi isolimpici, detti così perché uguali a quelli svolti in Grecia, un’urna funeraria con lo scheletro di un bambino e addirittura una fontana di epoca medievale.
È tuttora possibile vederli presso la stazione Neapolis della Metropolitana Linea 1 e presso il MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Una “fermata” spettacolare
Come è capitato spesso a Napoli ogni volta che sono stati trovati dei reperti archeologici, i lavori per l’ampliamento della Metropolitana Linea 1 hanno subito un significativo rallentamento.
La fermata, progettata dall’Architetto Massimiliano Fuksas, è al momento operativa, ma non completa: manca la grande cupola di vetro ed acciaio, attraverso la quale sarà possibile ammirare le opere recuperate durante gli scavi. La stazione, che è intitolata “Stazione Duomo”, per la sua vicinanza cn la storica cattedrale di Napoli, promette di raggiungere e probabilmente surclassare la bellezza della Stazione Toledo, finora la più apprezzata dai turisti che ogni giorno, soprattutto negli ultimi mesi, affollano le strade della città.
C’è quasi del mistero, se ci si guarda intorno in piazza Nicola Amore. Date le numerose controversie intorno alla sua costruzione e la fama della città di Napoli sulle sue storie e leggende, è facile lasciarsi ipnotizzare dalla bellezza dei quattro palazzi, alcuni dei quali sono stati recentemente ristrutturati per far posto ad appartamenti di lusso. Non ci resta quindi che aspettare che questa lunga gestazione giunga a compimento e che la splendida cupola della nuova stazione veda finalmente la luce.