Napoli, 11 arresti dopo il blitz anticamorra: l’ospedale San Giovanni Bosco era sotto il controllo del clan Contini
Crolla il giogo della camorra sull'ospedale dopo 11 arresti, Gip: "Il potere criminale gestito come statisti dell'antistato".

Una maxi operazione quella del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, coordinati dalla Dda, che ha portato, all’alba di oggi mercoledì 12 giugno, a 11 arresti (8 in carcere e 3 ai domiciliari) e diversi sequestri. Un duro colpo per il clan Contini che controllava l’ospedale San Giovanni Bosco, presidio ospedaliero finito già alcuni anni fa al centro delle indagini della Procura di Napoli.
Napoli, liberato l’ospedale San Giovanni Bosco dal giogo della camorra
Il presidio ospedaliero San Giovanni Bosco di Napoli era da tempo sotto il controllo e la gestione della camorra, più precisamente del clan Contini, appartenente al rango della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano“: ciò quanto emerso dalla maxi operazione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, coordinati dalla Dda, che ha consequenzialmente comportato ben 11 arresti (8 in carcere e 3 ai domiciliari) per associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori, oltre a diversi sequestri nei confronti di esponenti dell’organizzazione malavitosa.
Il clan determinava la gestione funzionale dell’ospedale, di cui gestiva sia il parcheggio sia la mensa, oltre a controllare lo spaccio di droga all’interno della struttura. Inoltre, secondo quanto emerso dalle indagini, i responsabili avrebbero anche intestato due società di noleggio auto a prestanome pagati appositamente per eludere possibili sequestri. Gli indagati si occupavano inoltre delle scelte strategiche ed economiche del clan e dei rapporti nell’ambiente criminale.
L’alleanza in questione “è riuscita a portare avanti il progetto espansivo iniziato negli anni Novanta nonostante la repressione di magistratura e forze dell’ordine, mostrando intelligenza e lungimiranza criminale, degna di veri statisti dell’antistato“ come riporta la GIP Federica Colucci.
L’ospedale, infatti, era finito già alcuni anni fa al centro di un’altra indagine della Procura di Napoli: era il 2019, anno in cui il can Contini, insieme alle altre famiglie della suddetta Alleanza, fu al centro delle indagini che portarono Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Dia a notificare ben 126 misure cautelari (89 in carcere, 36 ai domiciliari e un divieto di dimora in Campania) insieme a un sequestro di beni in tutt’Italia da 130 milioni di euro.

