Il Monastero delle Trentatré

Arte e Cultura
Articolo di , 30 Nov 2015
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Un viaggio affascinante tra la storia, l’arte e la fede della Napoli del cinquecento ci conduce in via Pisanelli n.8 fra i vicoletti del Decumano Superiore per raccontarvi la storia di un’importante Monastero, quello delle Clarisse Cappucine, note a tutti come «Le Trentatrè».

Come è ben noto, il Patrimonio UNESCO del centro storico di Napoli, conta all’incirca 450 chiese edificate ad area di culto senza trascurare le rimanenti 200 chiese abbandonate di grande valore; ciò è dovuto all’immensa ricchezza della storia culturale della città, frutto delle tante dominazioni che si sono avvicendate e che con la loro fede hanno contribuito al fervore per il rinnovamento artistico ed architettonico.
Oltre alle chiese, Napoli gode di tanti conventi e monasteri che sono sorti nei primi tempi del Cristianesimo e che hanno accolto i primi martiri, i beati e i santi; testimonianze energiche radicate nella fede e nella devozione.

Un Natale croccante al sapore di Roccoco'

Una storia curiosa e singolare è ciò che riguarda il Convento di clausura delle Clarisse Cappucine,meglio conosciute come Le Trentatrè; l’ordine monacale deve la sua fondazione al Protomonastero di Santa Maria in Gerusalemme di Napoli, ad opera della Madre Maria Lorenza Longo che sulla scia evangelica di Santa Chiara, e su volontà del Papa Paolo III approvò per la prima volta l’ammissione al convento delle suore senza dote, il 19 febbraio del 1535.

Maria Lorenza Longo

La sua fondatrice è stata la spagnola Maria Lorenza Longo, una nobildonna catalana che sposò nel 1483 Giovanni Longo, funzionario di Ferdinando II d’Aragona, e che per ragioni di stato seguì il marito a Napoli e dalla loro felice unione nacquero tre figli, di cui una di nome Speranza. Dopo la lieta esperienza coniugale rimase vedova nel 1509.
Affetta sin da giovane da una forma di artrite reumatoide (si disse causata da un intruglio malefico) si recò in pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto (in provincia di Ancona) per chiedere la grazia al suo male; fece voto che se fosse stata guarita, si sarebbe dedicata agli altri e alla cura degli infermi. Ricevuta la grazia si prodigò in favore dei più deboli.

Questa doppia dimensione, di donna sposata e fervida religiosa, seppe infondere nella figura energica di Maria Lorenza Longo, un’animo caritatevole come una vera Madre attenta ai bisogni di tutti, nei difficili anni della guerra e della pestilenza, dando vita a quello che oggi è l’opera più significativa: l’Ospedale degli Incurabili, insieme al Convento delle Monache Clarisse, le due fondazioni che dal 1500 in poi (senza nessuna sosta) hanno dato molto alla storia di Napoli e alla Chiesa, in suo nome. A distanza di oltre 500 anni si attende il desiderato processo di Beatificazione della Venerabile Maria Lorenza Longo, la cui memoria è ancora vivida e forte.

Perché delle Trentatré?

L’ordine di clausura così voluto poteva ospitare un limite massimo di 33 monache e che il riferimento numerologico fosse legato agli anni effettivi vissuti da Cristo, appunto trentatré.
Il convento di clausura attualmente ospita 13 sorelle che hanno scelto il rigore e la preghiera fra le mure del monastero; la loro giornata è scandita dalle ore: ci si alza di buon mattino alle 06.00 per continuare fra le lodi, la celebrazione eucaristica, la meditazione, la colazione, senza trascurare il lavoro, il rosario, il pranzo, le ore dedicate allo studio, per terminare con i vespri, la cena e il riposo intorno alle 20.30. Una giornata intensa in piena contemplazione della vita spirituale in armonia con gli altri.
Il Monastero in stile cappuccino, si caratterizza per un arredo semplice ed umile, il cui mobilio essenziale è nella povertà e nel calore del legno; affreschi e dipinti di notevole bellezza incorniciano la vita monastica da oltre cinquecento anni, e sono gli unici «inquilini» che tengono buona compagnia alle simpatiche suore.
Di notevole pregio è l’Ex Refettorio monastico, sottratto 106 anni fa dagli Ospedali Riuniti, inaugurato nel 2009 insieme al Comune di Napoli che ha restituito all’antico splendore uno dei luoghi di accoglienza spirituale e di culto della città.

Durante l’anno ci si può imbattere in una visita guidata, in via del tutto eccezionale, in cui si riesce a coniugare spiritualità e arte per cogliere quel senso di pace che oltre quelle mura perdiamo; eccezionale è il lavoro artigianale svolto dalle suore, nella creazione dei «bambinelli in cera» una lunga tradizione che dal 1700 portano avanti, conservandone il segreto, ed esposto per il periodo natalizio.

Una curiosità: le monache clarisse delle trentatré sono su FB! Si, in via sperimentale hanno «spezzato» la classica clausura (su permessi speciali) adottando il noto social network per comunicare con i fedeli e le varie comunità e portare oltre le mura i loro messaggi di fede e speranza. Un cammino di fede da sviluppare in rete.
Attualmente la pagina ha raccolto circa 15.000 Mi Piace anche successivamente alla visita del Papa a Napoli.

Da 33 (suore) a 33.000 Like prossimo obiettivo!

D'Agostino Tour

7 risposte a “Il Monastero delle Trentatré”

  1. Milena colapietro ha detto:

    Mi farebbe tanto piacere visitare un luogo così sacro!,,

  2. Daniela della Valle ha detto:

    Potete indicare data di prossima visita al monastero

  3. Olimpia vitale ha detto:

    Salve vorrei sapere gli orari e i giorni delle visite, vengo da Salerno

  4. Theresa Malki ha detto:

    V
    Vorrei sapere gli orari e i giorni delle visite nel marzo o aprile, grazie mille.

  5. Elena renon ha detto:

    Accettate vocazioni donne divorziate.

  6. Patrizia Scaricaciottoli ha detto:

    Si può passare lì un periodo di pace e serenità. Dopo tre interventi al seno!!!!

  7. enrico di spirito ha detto:

    Vorrei visitare il monastero ed acquistare,se è possibile,un bambinello di cera.Grazie resto in attesa di una Vostra risposta.

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