Una ricetta tramandata nel tempo. Una tradizione amata e rispettata. È quella del dolce di Padre Pio, un dessert semplice e casareccio, dal procedimento peculiare e lungo giorni, ma semplice e dal grande significato. Parrebbe che porti fortuna e in più che, durante la preparazione, sia possibile chiedere voti al presbitero di Pietrelcina. E il momento così unico della preparazione è altrettanto coinvolgente, poiché è previsto che parte dell’impasto venga donato a tre persone care, per permettere a queste ultime di realizzare, a loro volta, la prelibatezza dalla ragguardevole importanza.
Si narra che questo fosse il dolce preferito dal grande fedele, per cui è abitudine prepararlo, unendo cucina, tradizione e fede.
Ricetta
La ricetta originale prevede il certosino rispetto di regole e di passaggi chiari e semplici. Il procedimento dura ben dieci giorni consecutivi, il primo dei quali deve essere una domenica. Il numero considerevole di giorni non è dovuto a un altrettanto considerevole sforzo nel prepararla, ma semplicemente a un’attenzione continuata e a una dedizione nei confronti di Padre Pio, al quale, mediante questa devozione per l’appunto, è possibile chiedere un aiuto.
Tra le regole da seguire, quella di non utilizzare attrezzi meccanici durante la preparazione, prediligendo soltanto contenitori in vetro, in ceramica o in legno. Un’altra è quella di non toccare mai l’impasto con le mani. Ancora vi è quella di non mettere mai l’impasto in frigo. E infine quella che prevede una sola persona alla realizzazione della torta, senza ulteriori interventi.
Ingredienti
- 4 bicchieri di farina
- 3 bicchieri di zucchero
- 1 bicchiere di latte
- 1 bicchiere di olio di semi
- 1 noce
- 2 pizzichi di cannella
- 150 gr di cioccolato tritato o uvetta
- 1 mela
- 2 uova
- 2 bustine di vanillina
- 1 bustina di lievito per dolci
- 1 pizzico di sale
- zucchero al velo per decorare
Procedimento
Primo giorno:
Arrivata la domenica, la prima cosa da fare è prendere una ciotola in ceramica, in vetro o in legno. E al suo interno va versato un bicchiere di farina e uno di zucchero, senza mescolare. Si copre semplicemente il tutto con un canovaccio e lo si lascia a temperatura ambiente.
Secondo giorno:
È il momento di mescolare le polveri con l’ausilio di un cucchiaio di legno. Si copre di nuovo il tutto e lo si tiene sempre a temperatura ambiente.
Terzo e quarto giorno:
Il martedì e il mercoledì tutto va lasciato così com’è, senza compiere alcuno step.
Quinto giorno:
A questo punto si aggiunge un altro bicchiere di farina, un altro di zucchero e uno di acqua, sempre senza mescolare. Si ricopre perciò nuovamente con un canovaccio, tenendo la ciotola fuori dal frigo, a temperatura ambiente.
Sesto giorno:
Si mescola il composto col cucchiaio di legno e lo si rimette da parte.
Settimo, ottavo e nono giorno:
Sabato, domenica e lunedì non si compie alcuna operazione, lasciando riposare l’impasto senza toccarlo.
Decimo giorno:
Arrivati all’ultimo giorno si mescola con un cucchiaio di legno. Si prelevano poi tre bicchieri di impasto da donare. È il momento perciò di unire il resto degli ingredienti: i due bicchieri di farina, il bicchiere di zucchero. l’olio, la noce, la cannella, il cioccolato (o l’uvetta, al suo posto), la mela, le uova, la vanillina, il lievito e il sale. Si versa quindi il tutto in una teglia, dal diametro di 24 centimetri, rivestita di carta forno. E si inforna a 180° per 40 minuti, esprimendo tre desideri. Una volta raffreddata, si può assaggiare e se ne possono tagliare delle fette da donare ai propri cari, magari proprio assieme al bicchiere con l’impasto in potenza.