A Napoli, all’interno di un famoso complesso monastico si nasconde un tesoro librario veramente inestimabile.
Stiamo parlando della Biblioteca oratoriana dei Girolamini, in questi ultimi anni tristemente famosa per il depauperamento delle sue collezioni a seguito del furto di numerosi volumi antichi di valore inestimabile sottratti in circostanze ancora al vaglio della magistratura. Questi fatti però spetterà ad altri chiarirli e definirli oggi a noi interessa raccontare solo la bellezza.
Oplontis: la villa di una imperatrice ai piedi del VesuvioQuando nel 1586 i frati dell’ordine decisero di aprire la loro ricchissima biblioteca al pubblico fu una vera rivoluzione. Fino ad allora, infatti, le biblioteche degli ordini monastici erano rigorosamente non accessibili a chi non faceva parte dell’ordine stesso. Un patrimonio fatto di manoscritti, antiche pergamene, e dei primi libri a stampa diventarono patrimonio della città promuovendo così un nuovo modo di fare scuola, di diffondere cultura: rendere disponibile un sapere fino ad allora appannaggio di pochi a tutti indistintamente. Una rivoluzione appunto. Se a questo si aggiunge il fatto che questa è anche una delle biblioteche più antiche d’Italia e la più antica di Napoli si capisce subito la grande importanza delle sue raccolte.
Negli anni i monaci hanno arricchito il loro fondo con acquisizioni e donazioni specializzando la loro biblioteca in filosofia, teologia cristiana, chiesa cristiana in Europa, storia della Chiesa, musica sacra e storia d’Europa.
Qui nel settecento amava trascorrere le sue giornate di studio Gian Battista Vico, qui tra questi scaffalali e questi libri presero forma le sue opere e le sue teorie filosofiche. E proprio a lui, che donò le prime edizioni di tutte le sue opere alla biblioteca è dedicata la sala principale del complesso.
La biblioteca dei Girolamini custodisce migliaia di volumi, quasi tutti antichi: incunaboli, oltre 5.000 volumi del ‘500 e moltissimi manoscritti, di cui buona parte sono opere musicali composte tra il XVI al XIX secolo. Un patrimonio davvero unico di opere in alcuni casi dimenticate e tutte da riscoprire.