Lo stemma borbonico: tra araldica e curiosità
Lo stemma borbonico si presenta come uno scudo ovale dotato di 19 parti di cui 17 stemmi e due scudi, corredato da una corona posta in alto e dai corollari di sei ordini cavallereschi.
Lo stemma della casa reale dei Borboni, introdotto nel 21 dicembre del 1816 rappresenta il potere di un un regno che ha fatto grande il sud ovvero il Regno delle due Sicilie. Questo stemma ha però una grande particolarità, non è come tutti gli altri, esso infatti non resta relegato nei libri di storia anzi negli ultimi tempi è possibile vederlo sempre più spesso raffigurato in bandiere, t-shirt in gadget di ogni genere presente in città, simbolo di orgoglio e di una forte identificazione storica che ritorna, in tempi in cui tutto viene messo in discussione e dove sempre meno ci si sente di appartenere ad una bandiera.
Ma vi siete mai chiesti cosa vogliano significare qui simboli presenti all’interno di questo stemma? Per capire tutto ciò al meglio non possiamo far altro che affidarci all’araldica, un’ antica disciplina che si occupa di spiegare i significati dei blasoni, indispensabile per identificare l’appartenenza di persone ad un gruppo, ad un’istituzione, ad una famiglia.
Palazzo Serra di Cassano, un gioiello architettonico nel cuore di NapoliPartiamo dicendo che lo stemma borbonico si presenta come uno scudo ovale dotato di 19 parti di cui 17 stemmi e due scudi, corredato da una corona posta in alto e dai corollari di sei ordini cavallereschi.
La storia dello stemma Borbonico
La sua complessità è data dalla sua lunga storia di conquiste e battaglie, di domini e del susseguirsi di famiglie che si sono contese il sud Italia.
Il primo nucleo dello stemma deriva direttamente dagli Angiò (un tappeto di gigli d’oro in campo azzurro sormontato da un rastrello rosso), di cui i Borboni sono discendenti. Lo scudo di Gerusalemme fu portato in precedenza da Federico II di Svevia. Successivamente gli Aragonesi dopo aver scacciato gli Angioini dalla Sicilia pretesero di governare anche sul Regno di Napoli, per cui lo stemma araldico si arricchì anche dei colori della famiglia Aragona.
Con la conquista dei due Regni da parte dei Re Cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, lo stemma acquisì le Armi di Castiglia, Leon e Granada. Con la venuta di Carlo V al trono di Spagna, lo stemma si caricò delle Armi di Austria, Borgogna, Brabante, Limburgo e Tirolo. Per la prima volta lo scudo si cinse alla base da un collare: quello del Toson d’oro (istituito nel 1730 dal Duca di Borgogna Filippo il Buono di Valois). Filippo II porterà le Armi di Portogallo, Fiandra e Anversa. Quando Carlo di Borbone riconquistò i Regni di Napoli e Sicilia caricò lo scudo paterno (spagnolo) delle Armi di Parma e di Toscana. All’estremità dello stemma conservò il Toson d’oro a cui aggiunse il collare del Santo Spirito, di cui era insignito, il collare dell‘Ordine Costantiniano di San Giorgio, ed il collare dell’Ordine di san Gennaro, da lui stesso istituito. Infine con il decreto del 21 dicembre 1816 Ferdinando I provvide alla definizione dello stemma che sopravvive e che tutti conosciamo. Nel riordinare lo stemma infine fu aggiunto il collare della Concezione e quello di San Ferdinando e del Merito. Insomma come si può evincere lo stemma borbonico non è altro che il frutto di conquiste e di conquistatori che si sono successi nel tempo e che hanno fatto grande la storia del Regno delle due Sicilie che viene raccontato attraverso immagini e blasoni.
Legenda:
- Farnese
- Asburgo
- Borgogna (antica)
- Castiglia e León
- Aragona
- Aragona-Regno di Sicilia (Svevi-Aragonesi)
- Medici
- Portogallo
- Austria
- Borbone-Angiò (moderno)
- Borgogna (moderna)
- Austria
- Borgogna (antica)
- Farnese
- Borgogna (antica)
- Fiandre
- Tirolo
- Brabante
- Angiò (antico)
- Regno di Gerusalemme
- Granata
- Ordine dello Spirito Santo
- Real Ordine di San Gennaro
- Reale e Distinto Ordine Spagnolo di Carlo III
- Real Ordine di San Ferdinando e del merito
- Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
- Ordine del Toson d’Oro
BORBONE… i cognomi NON si pluralizzano… MAI
In linea di massima ha ragione, tuttavia nel caso della famiglia reale in questione è accettata la doppia ortografia, anche se non comune.
Ma quindi non ci sono limiti al suo utilizzo?