Stefano Bollani, Napoli Trip all’Arena Flegrea con Daniele Sepe e la sua ciurma

DA ASSOCIARE
Articolo di , 20 Lug 2016
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Arena Flegrea - Bollani foto: Roberto Della Noce

La tipica fila di chi sta per assistere a qualcosa di unico, era li. Il folto personale d’accoglienza che ti indirizzava ad ogni cambio location ed una musica udibile già nel foyer, ma niente paura, non era ancora iniziato il concerto. Un piccolo buffet ad accogliere i primi fortunati e poi finalmente eccole, le porte che si spalancano per accedere all’incanto dell’Arena Flegrea.

Il concerto di martedì 19 luglio di Stefano Bollani, Napoli Trip, è stato magico ancor prima di iniziare.

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Un’affascinante Flò, Floriana Cangiano, ad aprire l’atteso concerto, ha incantato tutti con la sua piacevole voce ed il semplice ma ottimo accompagnamento musicale, con violoncello, chitarra e batteria/percussioni. Era l’apertura ideale, una bella voce limpida che arriva nel profondo e guida l’immaginazione di chi ascolta, napoletana ma non troppo, morbida ed energica allo stesso tempo. I 20 minuti iniziali di questo primo intervento, sono stati un crescendo di intenti, terminati così, all’improvviso, lasciando quell'”amaro” in bocca di chi ha voglia di sentirne ancora.

Pochi minuti di pausa, e poi eccolo che entra, Stefano Bollani, il compositore-pianista-cantante italiano, sempre più jazz e contemporaneo. Dopo un primo, spettacolare, solo al pianoforte, viene subito seguito dai degni compagni di palco: Daniele Sepe, Nico Gori (fiorentino di nascita suona il clarinetto da quando aveva 6 anni) e Jim Black (chiamato anche Alas no Axis è un grande batterista statunitense).
La Napoli sul palco era rappresentata da lui, il Capitano Daniele Sepe “Direttamente da Napoli, Tennessee”, come ironicamente hanno giocato i due maestri ai microfoni. E sono state Lo choro di NapoliNapoli’s Blues, il brano scritto dallo stesso Sepe, a spiegare le note che hanno dato il sapore al concerto.
Arriva poi Guapparia 2000 a donare le seconde risate al pubblico. Un brano ricco di napoletanità e riferimenti a situazioni ben note ai partenopei, senza cadere nel banale, come “Napoli una perversione geopolitica” recitato nel ritornello, cantato però da un personaggio pubblico che sembrava così lontano da noi, ma non ieri sera. Con quest’album infatti, Bollani ha dimostrato ancora una volta la sua ammirazione per Napoli e i suoi abitanti, dando risonanza ai grandi della musica napoletana, da Viviani a Carosone passando per il grande rimpianto Pino Daniele.

Nel bel mezzo del concerto, ecco che arriva il “trip” napoletano, quello che nasce nel vedere ed ascoltare sullo stesso palco, grandi della musica jazz con i grandi della ciurma di Daniele Sepe nelle vesti di Capitan Capitone e i Fratelli della Costa. AldolàChivalà (Aldo Laurenza) inizia intonando la sua “Amò”, accompagnato nel coro da parte della ciurma: Gnut (Claudio Domestico), Alessio Sollo, Andrea Tartaglia, Roberto Colella (La Maschera). Impossibile trattenere qualche risata, un po’ per le parole e i balletti di Aldo, un po’ per i balli del coro o poi per i sorrisi di ammirazione che scappavano ai big presenti in scena. Ciò nonostante il brano scelto è stata la perfetta sintesi a dimostrazione di ciò che Napoli è e di ciò che il capitano con la sua ciurma sono riusciti a fare: unire la bravura tecnica, la bellezza musicale, all’ironia napoletana.

Dopo il momento esilarante, ma magico per chi ha seguito e conosciuto la ciurma sin dai suoi esordi, ritorna a deliziare l’auditorium la voce di Flò, cantando o forse sarebbe meglio dire recitando “Bammenella ‘e copp’ ‘e quartieri” di Raffaele Viviani. Da qui si ritorna a Napoli Trip, un solo di Bollani con Jim Black che si trasforma presto in un momento tutto per la batteria, le percussioni e le fluttuanti mani di Black.
Meraviglioso è stato, poi, ascoltare “Putesse essere allero” di Pino Daniele, musicata in chiave jazz dal pianoforte di Bollani seguito poi da “Il Bel Ciccillo” di Nino Taranto.

Attenzione: il disco Napoli Trip è completamente diverso da un suo Live, quindi (secondo il consiglio dello stesso Bollani) conviene comprarlo per ascoltarlo.
Secondo noi, invece, il consiglio è di ascoltarlo live in uno dei concerti del tour, e poi comprarne anche il cd così da goderne due volte, in maniera diversa.

Da quando la famiglia Floro Flores ha preso in gestione l’Arena Flegrea, tutto è cambiato, riacquistando vita e grande valore. La programmazione è degna di nota ad ogni evento, e la stessa location ha acquistato visibilità con spazi restaurati e resi più accoglienti come le sedute dell’arena, rese più gradevoli con l’aggiunta di lunghi cuscini. La buca degli orchestrali, tra i tanti accorgimenti, è stata completamente ristrutturata, l’americana (imponente struttura luci) è stata acquistata dai proprietari, i foyer restaurati e resi accoglienti con arredi ed opere d’arte che li hanno resi più ampi, luminosi e piacevoli da vivere durante l’attesa, con intrattenimento musicale dal vivo prima di ogni concerto e bar differenziati, dunque non più semplici luoghi di passaggio.

Di seguito la gallery del concerto di Stefano Bollani, Napoli Trip, con le foto di Roberto Della Noce

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