Perchè a Napoli si dice “Sciuè Sciuè”?
Alla scoperta di un classico napoletano: sciuè sciuè.

Napoli ha una storia enorme. Ha una storia fatta di dominazioni, di sposalizi, di incroci e di mescolanze.
E tali incontri hanno condizionato la vita della città non soltanto durante il loro avvenimento. I loro effetti infatti si sono prolungati fino a oggi. E saranno presenti per sempre all’interno della zona partenopea. Ogni angolo del capoluogo campano, invero, trasuda internazionalità, prolungando il ricordo di ciò che è stato.
E tale miscuglio si è ovviamente amalgamato all’interno di un’emblema della napoletanità: la lingua napoletana.
La lingua della zona null’altro è che la vivificazione in termini di ciò che fu, di ciò che è stato e di ciò che sarà.
Il napoletano è ricco di parole peculiari, uniche, colorite e differenziate. E tante, tra queste, devono la loro nascita a influssi esterni.
I vocaboli stranieri in questione sono stati rimodulati e rimodellati dagli abitanti della zona, che hanno loro fornito delle inflessioni e delle personalizzazioni tali da renderli intrisi di napoletanità. Talvolta, il lavoro di rimaneggiamento è così incisivo da far perdere quasi la genitorialità dei lemmi o da lasciare di quest’ultima comunque un ricordo sbiadito e fumoso.
Tra questi ne figura uno doppiato: Sciuè sciuè.
Sciuè sciuè, perché si dice così
Sciuè sciuè è un’espressione incredibilmente utilizzata nel napoletano. Il significato corrisponde alla buona, con semplicità, velocemente, senza impegno.
L’etimologia di questo termine resta dubbia, affatto certa.
L’ipotesi più calzante sembrerebbe quella della derivazione latina. Sciuè sciuè sarebbe figlia di fluens, dal significato di fluente, spedito.
Alcuni, invece, la ricollegano al francese “écòuè”, participio passato del verbo ècòuer, che significa, quindi, non riuscire.
Altri all’arabo “sòuè sòuè”, il cui significato corrisponde, di contro, a piano piano.

