“O’ pezzotto”: storia e significato dell’iconico termine napoletano
Quante volte abbiamo usato o sentito in giro il termine "pezzotto". Talmente insito nell'immaginario collettivo da essere adottato anche fuori Napoli, ma qual è la sua vera storia?

Un termine che non ha bisogno di presentazioni, radicatosi talmente a fondo nella cultura napoletana da essere diventato comune in tutto il Bel Paese. Parliamo del “pezzotto”, ossia la falsificazione di un oggetto, da quelle più plateali a quelle da autore. Oggi, questa parola ha assunto diverse connotazioni, rendendosi perfetta per diversi contesti. Come tutti i simboli della Napoletanità e le espressioni tipiche più evocative, anche “o’ pezzotto” ha una storia alle spalle. Ve la raccontiamo di seguito.
“O’ pezzotto”, storia e significato del termine partenopeo
I napoletani definiscono una cosa “appezzottata” quando questa è taroccata o falsa. Poco importa se si tratti di una borsa firmata, di un DVD, un capo d’abbigliamento o, addirittura, del tagliando dell’assicurazione. Il termine nasce tra gli anni ’50 e ’60, quando le auto erano dotate di un numero di telaio posto sotto al cofano dell’auto che i malintenzionati provvedevano a sostituire quando rubavano le vetture.
I criminali procedevano, dunque, asportando il pezzo su cui il numero era impresso e sostituendolo con un altro, un “pezzotto”, con numeri identificativi contraffatti magistralmente; in modo da rendere impossibile il riscontro di anomalie. Oggi, non possiamo attribuire una vera e propria etimologia al termine, quel che è certo, però, è che questo viene utilizzato per indicare oggetti non costruiti ad arte.
Negli anni, a Napoli, “pezzotto” è diventato un epiteto molto inflazionato; utilizzato per oggetti che non funzionano, cose venute male e auto in panne. Il “pezzotto” nei contatori della luce scarica i kilowatt per pagare una tassa minore per l’energia elettrica consumata. Più di recente, chiamiamo “pezzotto” il componente contraffatto da montare al televisore per usufruire a titolo gratuito dei vari servizi di Pay Per View. Insomma, questa parola, oggi, non si limita ad essere attribuita a beni contraffatti, ma anche a curiose pratiche illegali o, semplicemente, ad azioni eseguite con incuria.