Nuove scoperte nei fondali di Castel dell’Ovo sui più antichi abitanti di Neapolis
Il settimanale l’Espresso ha pubblicato in questi giorni una ghiotta notizia per tutti gli appassionati di archeologia e di misteri napoletani.
Si tratta di tre gallerie, lunghe quattro / cinque metri circa e larghe poco più di uno dal taglio trapezoidale, indagate nei fondali sul lato occidentale Castel dell’Ovo. Dell’Antichità del castello si è spesso parlato ed ormai è cosa nota che qui aveva un tempo sede la dimora di un ricco e nobile romano che si dedicava anche all’allevamento dei pesci. Tuttavia le nuove scoperte nei fondali rivelano piuttosto uno sfruttamento del fondo del mare probabilmente come cava di pozzolana, il pregiato materiale da costruzione dell’antichità.
Un antico monastero rivive nell'Hotel San Francesco al MonteL’archeologo Filippo Avilia, esperto di archeologia subacquea, ed impegnato da anni in quest’indagine, ritiene che le gallerie scoperte da lui e dal suo gruppo potessero essere piuttosto funzionali al trasporto della pozzolana le cui cave, già note in quest’area, erano sfruttate fin dall’età greca e poi per tutto il periodo romano.
L’archeologo sopratutto per passione porta avanti da ani questo progetto in maniera volontaria da anni grazie ad un accordo tra il ministero dei Beni culturali, la Soprintendenza Archeologia della Campania, e Marenostrum Archeoclub d’Italia. Il progetto è finalizzato alla mappatura geo-archeologica della costa. Il team ritiene che più in profondità si dovrebbe riuscire ad individuare proprio questo limite per poter valutare in base ad esso i mutamenti climatici del passato. Per continuare il progetto di ricerca sarebbe necessario un piccolo finanziamento pari a circa ventimila euro.
Le fotografie sono tratte da L’Espresso
Bellissimi grazie di aver condiviso con noi queste bellezze