Non è vero ma ci credo!

Storia e tradizione del "cornicello" napoletano

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 27 Feb 2009
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Napoli: città  di misteri, leggende e meraviglie, ma anche di magie, superstizioni e numeri. Scrive Matilde Serao: Tutte le superstizioni sparse nel mondo sono raccolte in Napoli e ingrandite, moltiplicate poiché la sua credulità  è frutto di ignoranza, della miseria e delle sventure che a Napoli si sono alternate dai diversi attacchi del colera all’eruzione del Vesuvio nel 1872.

Sembra un peperoncino a guardarlo bene, ma quello che si crede più sinceramente è che questo corno rovesciato è sfavillante. Più che dare sapore alla vita, si crede che le assicuri protezione dai malocchi, malelingue e male altri, vari ed eventuali. Se è quello giusto, si sente sotto le mani: addà  essere tosto (duro), vacante (vuoto), storto e cu’ ‘a ponta (a punta). Peculiarità primarie legate all’antichità, a cui vanno necessariamente aggiunte quelle di esclusività  partenopeo: rosso, gobbo e fatto a mano. Il colore è fondamentale perché richiama la fertilità e l’abbondanza, oltre che l’idea del trionfo (sui nemici), la gobba è un chiaro richiamo e ha un’altra superstizione napoletana, “o scartellat” (che soccombe perfino sotto il peso della fortuna!).

Deve essere rigorosamente fatto a mano in modo da acquisire potere benefico dalle mani che lo hanno prodotto e, come tutti gli amuleti, deve essere un dono. Nessuno può comprare la propria fortuna per sé e, anche qui, di riflessioni ne verrebbero fuori tante. Sulle bancarelle di Via San Gregorio Armeno se ne trovano diversi, tutti DOC tanti anche negli affreschi negli androni dei palazzi antichi, in abbondanza perfino alle pareti della stazione di Montesanto: un corollario completo di cornicelli rossi, scartellati sorridenti e ferri di cavallo paracadutati; metro graffiti che interagiscono in una sorta di protezione collettiva.

“Non è vero ma ci credo” è la sintesi di questa antica contraddizione tipicamente partenopea figli del razionalismo più evoluto, conserviamo nella pancia un intenso legame con l’ignoto. Un mito legato al culto di Priapo, tra più antichi riti misterici napoletani. La fecondità, associata al concetto di penetrazione, fa sì che il corno per traslato sia un pene che nell’atto sessuale si appropri del ventre della terra. La stessa Partenope, privata dell’atto di fecondazione, verrà  a morire vergine sull’isolotto di Megaride. La sirena che solo morendo potrà  concepire.

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Una risposta a “Non è vero ma ci credo!”

  1. francesca ha detto:

    io ci credo e ho contattato un ragazzo molto bravo che si fa chiamare mago Giulio Cesare.331.93.64.636

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