N’he ‘a magna’ pane, alla scoperta del detto napoletano
Scopriamo insieme un modo di dire campano.
Napoli è dotata di molti segreti. È una città misteriosa, affascinante, ricca di enigmi e di arcani. E la lingua ivi creata null’altro è che la rappresentazione massima di tutto ciò.
La lingua napoletana è infatti una lingua ricca e copiosa. Al suo interno è possibile trovare un quantitativo mastodontico di termini. assolutamente peculiari e rappresentativi. E questi ultimi, dalla nascità di Partenope, continuano a incrociarsi tra loro in maniera sinuosa e accattivante, arrivando a dare alla luce dei componimenti unici, diversi di volta in volta, in un’azione di proliferazione continua. Tali agglomerati di parole si stanziano nella vita dei cittadini, occupando in essa un piccolo, ma stabile posticino, e divenendo così i modi di dire, le espressioni e i detti tipici della zona, tipici di un territorio particolare, ricco di storia come di vocaboli che la rappresentano.
L'amico 'e cappiello, un modo napoletano per indicare il grado d'amiciziaPer ogni accadimento della vita quotidiana, per ogni singola situazione esistente, sono presenti un grosso numero di espressioni in lingua che i cittadini napoletani riescono a decodificare con semplicità, ma che il resto d’Italia potrebbe trovare di difficile comprensione.
Uno tra questi è N’he ‘a magna’ pane.
N’he ‘a magna’ pane, il significato
N’he ‘a magna’ pane è un’espressione molto nota nella città metropolitana, che si distacca dal significato letterale di superficiale comprensione. N’he ‘a magna’ pane significa infatti letteralmente ne devi mangiare di pane. Tale frase infatti non sottende una necessità di nutrizione che un individuo riscontra in un altro.
Le parole in questione vogliono esprimere piuttosto un concetto differente, che si distacca dall’aspetto alimentare. Il senso che nasconde è invero quello di un’immaturità latente.
Colui il quale deve mangiare ancora pane, deve necessariamente crescere. Di norma, si usa tale frase nei confronti di persone e di fanciulli immaturi, convinti di non esserlo, che devono ancora percorrere un lungo cammino prima di divenire adulti e maturi.