Il tag Napoli sul web e in particolare su Google: il marchio Napoli dal calcio alla conquista del mondo.
SSC NETWORK – “Quali sono i dieci luoghi da non perdere a Napoli”? Il neo allenatore del Napoli Rafa Benitez non è ancora in città ma già si dà del bel da fare per costruire la squadra e il rapporto con i tifosi e la città. E lo fa attraverso il web.
Dal canto suo, il presidentissimo De Laurentiis non rimane indietro e annuncia il nuovo tecnico su Twitter. E sempre su Twitter fa una bella conferenza stampa in cui risponde ai tweet dei tifosi, superando alla grande sale stampa e giornalisti, ed avvicinandosi al suo pubblico come nessun altro presidente o dirigente sportivo abbia mai potuto pensare di fare. E poi i dettagli delle nuove divise che vengono svelati gradualmente sul sito web della società. Oppure i tifosi che si organizzano in comunità online e social networks dedicati alla squadra.
NON SOLO CALCIO – Insomma non vogliamo elencarvi tutti i posts del Napoli sul web, però ci interessa discutere di questa recente moda, mania, necessità che dir si voglia.
Dalla Pizza e mandolino all’esuberante approccio al web 2.0 si nota uno scarto stilistico alquanto palese: dalla tradizione da cartolina alla conquista di un post(o) nel mondo grazie alle ultimissime risorse di pubblicaziome e condivisione. Non saranno certo i tweet presidenziali a rinnovare la società napoletana, però a questi vanno aggiunti elementi fortemente innovativi come un allenatore straniero, poliglotta e dalla professionalità rigorosamente british (non se ne vedevano dai tempi dell’ammiraglio Nelson, quando Napoli aspirava alla repubblica e non allo scudetto).
Ma non restringiamo il campo della questione allo sport: tutto questo avviene in un momento per nulla felice (vabbè è una costante, lamentarsi è quasi “squallido” in termini di onestà intellettuale), ma tra un lamento e l’altro si vede la discutissima pista ciclabile, si vedono ragazzi andare a scuola e al lavoro in bici, si vedono cose mai viste. Al max solo all’estero.
BRAND NAPOLI – I grandi eventi degli ultimi tempi poi stanno reclamizzando la città in giro nel mondo, come nuove casse di risonanza: l’America’s Cup, le vittorie europee del Napoli, i grandi artisti che si esibiscono in città, i numeRosi festival a carattere culturale, primo su tutti il Napoli Teatro. E ancora: corsi di webdesign e comunicazione sempre più strutturati e seguiti, piccole e grandi associazioni che lavorano nel campo della cultura, il web sempre più fitto di tag “Napoli”…insomma la crisi c’è, mica è virtuale come quei cretini intervistati da Le Iene qualche tempo fa hanno dichiarato. Ma è vero che ogni crisi è un brutale e cinico metro per le capacità ed energie umane: chi resiste ne esce fortificato, mentre chi l’accusa rischia di soccombere. E da questo punto di vista si nota un certo dinamismo che fa ben sperare, almeno nelle future generazioni. Che saranno più povere ma forse più informate, creative, laboriose…