Napoli ottocentesca attraverso la penna di Alexandre Dumas: una serie di avventure napoletane
Attratto da una città così viva e frenetica, lo scrittore francese Alexandre Dumas si muoveva per Napoli su una piccola carrozza e, attraversando i vicoli più stretti, raccoglieva le storie, le leggende e gli aneddoti che circolavano tra la gente. Passiamo dunque per Toledo, una via dall’energia senza tempo, una via che “è di tutti”.

“Vi sono le campane, che in qualunque altra parte suonano, e che a Napoli cantano”.
Alexandre Dumas, nei suoi frequenti soggiorni in città, si muoveva per Napoli su una piccola carrozza e, attraversando i vicoli più stretti, raccoglieva le storie, le leggende e gli aneddoti che circolavano tra la gente. Lo scrittore francese qui osservava e annotava ogni dettaglio, attratto da una città così viva e frenetica.
Questa carrozzella diede il nome a una sua opera pubblicata nel 1843 in francese (con il titolo di “Le Corricolo”), un volume che contiene quindi “Leggende, fatti e meraviglie di Napoli” scritti e raccolti da quel famosissimo scrittore francese che un paio d’anni più tardi pubblicò anche i romanzi che tutti conosciamo, quali “Il conte di Montecristo” e “I tre moschettieri”.
Nel racconto che Dumas fa di Napoli si esplorano i quartieri della città, quelli poveri e quelli splendenti, e ci si sofferma sull’opera lirica, sulla figura dei lazzaroni e sugli aneddoti riguardanti Ferdinando I, il re “Nasone”. Oltre a commenti verso l’aristocrazia napoletana, curiosità e racconti dal molo e dalla tomba di Virgilio, si parla ancora di superstizione popolare, della “jettatura” e di San Gennaro che fa miracoli.
Queste storie sono, infine, intrecciate alle personali esperienze napoletane dello scrittore francese il quale, schieratosi accanto a Garibaldi nella spedizione dei Mille che si concluse proprio a Napoli, qui venne nominato nel 1864 Conservatore dei Musei dando, in quel ruolo, luce e promozione agli scavi di Pompei. A Napoli Dumas fondò anche un giornale: L’indipendente.
Toledo, la via di tutti: dei ristoranti, dei caffè, delle botteghe
“Toledo è la via di Tutti; è la via dei ristoranti, dei caffè, delle botteghe; è l’arteria che alimenta e attraversa tutti i quartieri della città; è il fiume in cui vanno a confluire tutti i torrenti della folla. L’aristocrazia vi passa in carrozza, la borghesia vi vende le sue stoffe, il popolo vi fa la siesta”.
“Selciata di lava come Ercolano e Pompei” e “illuminata a gas come Londra e Parigi”, via Toledo viene registrata dalla brillante penna di Alexandre Dumas come il primo passo fatto da Napoli verso la civiltà moderna: “è il legame che congiunge la città poetica alla città industriale; è un terreno neutro in cui si possono seguire con occhio curioso i resti del vecchio mondo che se ne va e l’invasione del nuovo mondo che sopraggiunge”.
Con uno sguardo aperto che punta in profondità, lo scrittore francese cattura la via dello shopping di Napoli come un teatro per le passeggiate dell’aristocrazia, come un mercato per le attività commerciali della borghesia e come una dimora per i senzatetto e per il popolo.
Ma le sue osservazioni vanno anche oltre: in questo crocevia di classi, mestieri e intenti, ecco che prendeva forma proprio allora la modernità, quella ventata di nuovi valori e nuovi mestieri che si andavano mescolando, aggiungendo e sostituendo a quelli vecchi e più tradizionali.
E leggendo queste righe del Dumas sembra quasi che non tutto sia cambiato, che quel nuovo ottocentesco che raggiungeva il vecchio sotto gli occhi di Dumas sembra non aver mai finito il suo processo, sembra non averlo annientato del tutto visto che basta una lettura per sentire vicino l’atmosfera di un tempo.
Così come allora, in pieno fervore ottocentesco, anche oggi via Toledo è una vita cosmopolita che sembra infinita, tanto è vasta la varietà di prodotti e persone che riesce a contenere. Si tratta di una via che è un fiume, dall’energia senza tempo, che anche il Dumas (come altri prima e dopo di lui) trascrive come se fosse un mondo a sé, proprio come lo era già allora la stessa Napoli.

