“Na femmina e na papera arrevutajeno Napule” rientra tra i modi di dire napoletani tipici della città. Eccone, perciò, l’origine e il significato.
Napoli è nota per aver creato una lingua del tutto particolare e unica. La lingua napoletana, infatti, contiene al suo interno una sfilza infinita di modi di dire assolutamente peculiari. Per ogni momento della vita quotidiana è stata creata perlomeno un’espressione calzante e centrata.
Provare per credere!
Na femmina e na papera arrevutajeno Napule
“Na femmina e na papera arrevutajeno Napule” è sicuramente da prendere in considerazione per la questione. Il detto è assolutamente napoletano non soltanto per linguaggio, ma in primis per contenuto. Si circoscrive l’accadimento, infatti, proprio alla città partenopea. E di certo si riferisce in particolare alle abitanti di quest’ultima.
Il significato dell’espressione
La frase non fa riferimento ad un accadimento davvero avvenuto, ma si rifà soltanto ad una discutibile nomea che vedrebbe le donne molto caciarone, inclini ai toni sostenuti e al chiacchiericcio sviluppato e superfluo. Basterebbe – secondo il modo di dire diffuso – soltanto una donzella, unita ad una papera, per mettere a soqquadro un’intera città. La parlantina ridondante a decibel elevati sarebbe così potente da interferire con la tranquillità di Partenope tutta. E la donna, nel riuscirci, sarebbe soltanto accompagnata da una papera, un animale dalla gola potente che, per il tipico starnazzare, sarebbe paragonata alla napoletana.
Il sessismo del modo di dire
Il detto è sicuramente intriso di sessismo, un sessismo che ha caratterizzato il passato e che tutt’oggi stenta a sparire. Definire le donne come fastidiosamente rumorose e paragonarle allo starnazzare delle papere non è di certo un elemento di vanto. E non è nobile neppure la generalizzazione.
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