Marzia Onorato, l’intervista: “La mia esperienza sul set di Qui rido io”
Marzia Onorato ha interpretato il ruolo di Titina De Filippo nel film "Qui rido io" di Mario Martone. In una lunga intervista ha raccontato i suoi esordi cinematografici, la sua esperienza sul set e la sua preparazione al personaggio.
Marzia Onorato ha ricoperto il ruolo di uno dei personaggi principali di Qui rido io, il brillante film per la regia di Mario Martone che è valso il Premio Pasinetti al miglior attore per Toni Servillo durante la 78esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e che è attualmente in concorso per il Leone d’oro al miglior film.
La trama s’impernia sulla narrazione della celebre dinastia teatrale partenopea Scarpetta – De Filippo, il cui capostipite è Eduardo Scarpetta interpretato magistralmente proprio da Toni Servillo. Le scene del film hanno fatto largo all’alta interpretazioni di diversi volti giovanissimi ed emergenti della scena napoletana, tra cui la diciasettenne Marzia Onorato. Lei ha vestito i panni di Titina De Filippo durante l’età fanciullesca ed adolescenziale. Ha deciso, in virtù di ciò, di rilasciare un’intervista alle nostre pagine.
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Marzia Onorato ha incominciato con il raccontare i suoi esordi cinematografici: “Fin da piccola ho sempre avuto una grande passione per la recitazione. In particolare, mi piaceva fare le imitazioni comiche tra amici e parenti. Poi, per caso, a 12 anni ho affrontato il mio primo set e da quel momento ho capito che volevo proseguire su quella strada. Ho amato molto lavorare sul set di “Sirene”. Le mie scene erano tutte girate in acqua, tra mare e piscina. Erano abbastanza impegnative dal punto di vista fisico ma ero tranquilla. La troupe è sempre stata molto disponibile con me e io mi sono divertita tantissimo”.
Ed in merito all’esperienza sul set di Non solo fantasmi, al fianco di Christian De Sica: “Lavorare con De Sica mi ha reso all’epoca molto più determinata nel perseguire i miei sogni e mi ha insegnato ad ascoltare chi ha più esperienza di me. Lavorare al suo fianco è stata una bellissima esperienza: impegnativa ma anche molto stimolante”.
Dopo di ciò, ha spiegato come ha gestito il lavoro sul set di Qui rido io e della sinergia che si è instaurata con Mario Martone e Toni Servillo: “Lavorare sul set di “Qui rido io” è stata un’esperienza formativa molto emozionante – ha dichiarato – Mario Martone e Toni Servillo sono due grandissimi artisti e lavorare con loro mi ha resa più esigente con me stessa. Uno dei momenti che ricordo con grande affetto e nostalgia, è stato il primo giorno in cui abbiamo girato le scene di teatro. Recitare davanti al pubblico e allo stesso tempo davanti alla macchina da presa è stata una situazione del tutto nuova. Ero entusiasta e mi sono divertita tantissimo”.
Come si è preparata per interpretare Titina De Filippo
L’ostico e importantissimo ruolo di Titina De Filippo è il frutto di numerosi mesi di preparazione, documentazione e studio da parte di Marzia. Ad aiutarla è stata l’acting coach Anna Redi. Di seguito ha rivelato quali sono i tratti di Titina che più l’hanno colpita e che, allo stesso tempo, l’hanno intimorita ai primi ciak: “Ciò che mi ha sempre colpito di Titina è il suo modo di farsi valere senza ostentare nulla. Era di una semplicità unica. Un’artista di enorme talento ma d’immensa umiltà e dolcezza. All’inizio temevo di non riuscire a rendere giustizia alla sua arte e alla sua storia. Poi, grazie all’aiuto di Mario Martone e ai consigli della mia coach Anna Redi, sono riuscita ad affrontare questo personaggio con istinto, passione e impegno senza farmi sopraffare dalla paura”.
Interpretare un tale mostro sacro del teatro è stata per lei un’importante opportunità di vita che le ha arricchito non solo il suo bagaglio artistico ma anche quello personale: “Dopo questo stupendo lavoro, porto con me le emozioni di un’esperienza che mi ha formata come persona e come attrice e mi ha permesso di conoscermi meglio. La storia di Titina e dei suoi fratelli mi ha fatto conoscere un mondo di storie e di sentimenti. Mi ha fatto molto riflettere sulla forza e la grandezza della tradizione del teatro napoletano che ha segnato la cultura della mia città e non solo”.
Si è avviata a conclusione parlando delle difficoltà che un attore può incontrare lungo il suo percorso, come si può anche denotare dai sacrifici e la disciplina che hanno caratterizzato la famiglia Scarpetta De Filippo: “Come tutti i mestieri anche il mestiere dell’attore richiede sacrifici. Si è inevitabilmente esposti a difficoltà, critiche, giudizi e spesso bisogna fare delle rinunce. Se si ama davvero quest’arte però non si demorde e i sacrifici possono perfino aiutare a diventare più forti”. Ha, infine, lasciato un consiglio a tutti i giovani aspiranti attori: “Sono ancora solo agli inizi della mia carriera. Se c’è una cosa che ho capito è che bisogna essere unici e cercare di distinguersi. Per farlo bisogna soprattutto studiare molto”.