Sei personaggi in cerca d’autore è considerato, forse a giusta ragione, come ha ricordato il regista in conferenza stampa, uno dei testi più importanti del teatro del novecento, non solo italiano, un testo universale dunque.
Ed è con questo testo monumentale che si è voluto confrontare Luca De Fusco per lo spettacolo che ha aperto la stagione teatrale del Mercadante.
Un lavoro in cui il regista continua la sua ricerca nel contatto tra dirsi stili espressivi associando alle parole del teatro le immagini più tipicamente cinematografiche, in quest’ultimo, tuttavia, ridotte all’essenziale per lasciare spazio agli attori.
Ed è proprio da un’immagine proietta sul grande muro che chiude il palcoscenico che entrano in scena i Sei Personaggi, prendono vita da una pellicola in bianco e nero degli anni 20/30. Ed in bianco e nero rimarranno anche una volta entrati sul palcoscenico per tutto il corso dello spettacolo in un contrasto anche cromatico con la compagnia di attori di cui interrompono le prove che è invece a colori. Tutti effetti resi magnificamente alle luci disegnate ad arte da Gigi Saccomandi.
Anche i costumi, studiati da Marta Crisolini Malatesta, contribuiscono a creare questa dicotomia tra i personaggi rimasti orfani del loro autore, ma non delle loro storie, e la compagnia di attori; i primi abbigliati secondo la moda in voga ai tempi della scrittura di Pirandello, quindi anni ’20 (la commedia è datata 1921), i secondi rimandano ai festosi anni ’50.
Le scene, essenziali, contribuiscono a focalizzare l’attenzione solo sul testo e sugli attori. Uno straordinario Eros Pagni interpreta Il Padre, come da lui stesso dichiarato uno dei personaggi che tutti gli attori vorrebbero interpretare una volta nella vita, ed è lui il centro attorno cui ruota tutto lo spettacolo, impone il proprio carisma e la propria presenza scenica senza mai prevaricare, ma dando corpo al resto della compagnia. Brava anche Gaia Aprea, nei panni della figlia, energica e passionale, trascina il resto della sua famiglia scenica in un crescendo di emozioni fino alle drammatiche scene finali che culminano nella morte della sorellina più piccola pazientemente interpretata dalla piccola Maria Chiara Cossia.
Bravo e dinamico, Paolo Serra nei panni del capocomico, un vero regista con tutte le sue perplessità nei confronti di una così insolita presenza e richiesta nel suo teatro. Tutti gli altri attori che interpretano la compagnia sono in realtà un coro, come nella commedia greca antica, che fa da spettatore attivo al dramma dei Sei Personaggi e incarnano con le loro risatine o con le loro emozioni ed espressioni la perplessità di un pubblico reale di fronte all’insolita scena che all’improvviso si è presentata loro davanti. Spettatori, interpreti superficiali e commentatori di un dramma che resta il dubbio se siano le storie dei Sei o piuttosto il fatto stesso di essere condannati a riviverle all’infinito senza possibilità alcuna di fuga, di crescita o evoluzione.
La regia di De Fusco è pulita sena sbavature come ci ha bene abituato negli ultimi anni, solo gli inserti filmici, sua cifra stilistica dei recenti spettacoli, per quanto suggestivi ed interessanti in questa occasione sembrano essere un semplice divertissement narrativo che poco aggiunge alla straordinaria bravura degli attori in scena che riempiono il palcoscenico, la porla nuda e cruda è in questo caso potente e sapientemente usata dai protagonisti.
Un lavoro da non perdere, dunque, questo che ha aperto la stagione teatrale del Mercadante che ha anche il merito di portare i scena attori giovani e giovanissima in una compagnia poderosa. Un lavoro importante in parte coofinanziato dal Teatro Stabile di Genova. Uno dei lavori teatrali più importati in Italia per la stagione 2107 – 2018 per numero di attori in scena, impianto scenico e sforzo produttivo. Un bel vanto per il nostro Stabile che porterà la voce di Napoli in tournée in tutta Italia.
In scena al Mercadante fino al 12 Novembre