Lo sapevi che la prima ferrovia d’Italia partì proprio da Napoli?
Tra i tanti primati che la città di Napoli possiede, c'è quello relativo ai trasporti su rotaia. La prima ferrovia d'Italia, infatti, fu inaugurata proprio a Napoli!
Tra i tanti primati che la città di Napoli possiede, c’è quello relativo ai trasporti su rotaia. La prima ferrovia d’Italia, infatti, fu inaugurata proprio a Napoli!
La storia della prima ferrovia d’Italia
Un ingegnere francese, Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie, nel 1836, si presentò ad uno dei ministri di re Ferdinando II di Borbone per illustrargli un avveniristico progetto. Una linea ferroviaria che da Napoli doveva arrivare a Nocera Inferiore, con diramazione per Castellammare all’altezza di Torre Annunziata.
La proposta sembrava interessante perché il francese prometteva di costruire la ferrovia a sue spese, in cambio di una convenzione che gli assicurava la gestione per 99 anni. Ferdinando, per dimostrare di essere un sovrano illuminato e al passo con i tempi, nonché per mostrare all’Europa intera l’importanza del Regno delle Due Sicilie, si fece promotore dell’iniziativa. Quello stesso anno firmò la convenzione con l’intraprendente ingegnere.
I lavori cominciarono l’8 agosto 1838 e dopo solo tredici mesi – il 3 ottobre 1839 – fu costruito il primo tratto da Napoli a Portici, sede di una delle residenze reali estive. Seppure fosse stato ultimato solo uno dei due binari previsti, era tutto pronto per il viaggio inaugurale del re.
Il primo viaggio della prima Ferrovia: Napoli-Portici
La stazione di Napoli, però, non era ancora pronta. Per questo motivo il viaggio iniziò da Portici in direzione Napoli. Il re si recò a Portici nella sua residenza, al Granatello, e alle 10.00 di quel fatidico giorno, Ferdinando inaugurò il primo viaggio della prima ferrovia della Penisola.
I sette chilometri che separano Napoli da Portici furono percorsi in nove minuti e mezzo. Il convoglio era formato da una locomotiva a vapore inglese della società Longridge Starbuck e Co. di Newcastle-Upon Tyne, battezzata “Vesuvio”, e da otto vagoni, costruiti a Napoli, nello stabilimento di San Giovanni a Teduccio.
Il re viaggiò nella carrozza a lui riservata. Al suo seguito, invitati personali ed una rappresentanza dell’armata. In coda, per celebrare l’evento, non poteva mancare la banda. Il viaggio fu un trionfo, il re arrivò a Napoli tra ali di folla che festeggiavano l’avvenimento e salutavano la nuova meraviglia.
Seppur il progetto nacque con scopi propagandistici, l’utilità del nuovo mezzo di trasportò risultò subito palese. Non solo si completò in breve tempo il percorso previsto, ma furono anche costruite delle nuove diramazioni: Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore, ed in seguito anche Caserta e Capua, finanziate dallo stesso re.
Tra gli ospiti illustri che sperimentarono la meraviglia, ci fu anche Papa Pio IX che viaggiò su uno dei convogli, insieme al re, l’8 settembre 1849.
Il museo ferroviario di Pietrarsa a Portici
Oggi, la storia di quei giorni che segnarono l’inizio di una nuova era per il trasporto pubblico in Italia, si può ripercorrere nella magnifica esposizione del museo ferroviario di Pietrarsa a Portici.