Quali sono le parole e le espressioni napoletane che usiamo più spesso? ce ne sono alcune che ormai sono diventate quasi un automastimo e sono indispensabile per esprimere precisi concetti per i quali l’italiano non basta.
Come si sa i napoletani sono un popolo di viaggiatori da sempre. Vuoi per necessità di trovare lavoro, vuoi per cambiare vita, esperienza o curiosità, vuoi perché vuoi, il popolo napoletano è probabilmente quello che tra gli italiani è emigrato di più.
Anche oggi se si guardano show americani sicuro sicuro c’è un italiano e ancora più sicuramente c’è un napoletano.
Questo ha portato uno scambio di culture che è andato radicandosi nei nostri costumi e in quelli dei popoli che ci hanno ospitato.
Vi sono quei termini che vengono da altre nazioni ma che noi abbiamo ereditato e usiamo tutt’oggi e abbiamo a nostra volta esportato come “ayer” (dal francese) che per noi diventato “ajere” o “boite” sempre dal francese che noi abbiamo trasformato in “buatta”, oppure la più bella secondo me la parola che dal latino era “intra sact”, all’improvviso (?) per noi è diventata “intrasatta”, così pure molti altri termini provengono dallo spagnolo.
Poi ci sono quei termini invece che abbiamo esportato noi che altri più o meno capiscono e se non li capiscono non possiamo fare a meno di usarli comunque.
Iniziamo con un esempio che non è una parola vera è propria “we” o “uè”, lo usiamo continuamente, per mille significati, come richiamare l’attenzione di qualcuno o anche se incotriamo un amico per strada, è al 99% la prima cosa che diciamo. Ovunque e comunque.
Proseguiamo con “cazziata”, a parte il fatto che tradotto in “sgridata” è un eufemismo, e quindi no, ma ad ogni modo lo usiamo ovunque e bene o male capiscono di che stiamo parlando.
“O” è praticamente il nostro marchio, è usato tanto spesso quanto il “the” inglese ma noi abbondiamo sempre e lo usiamo anche per chiamare qualcuno.
“Marò” in America, alle Maldive, in Bolivia, in Pakistan, ovunque ci troviamo anche se parliamo benissimo la lingua del posto non ha importanza, se succede qualcosa questa è la prima cosa che diciamo, in napoletano, poi magari la traduciamo pure.
Se state pensando “no io questi termini non li uso” provate ad immaginarvi all’aeroporto delle Hawaii con le borse per partire e tutto pronto vi state per imbarcare e vi annunciano che il volo è stato cancellato, ecco.
Non ritornerò sulla parola “cazzimma” perché già ne sappiamo l’importanza e passiamo a “chiano chiano”, ora, detto una volta ha un senso, ripetuto due volte ne ha un altro, vedi quant’è bello il napoletano?
Siamo a Londra guidando da soli in macchina, ancora alle prese con la guida dall’altra parte dopo esserci seduti ripetutamente dalla parte del passeggero, se uno viene correndo verso di noi, che lo diciamo ad alta voce o lo pensiamo solo ci viene come termine “chiano chiano”.
Di parole ce ne sono veramente tante e se siete magari all’estero fateci sapere quali sono quelle che voi non potete fare proprio a meno.
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Sono espressione uniche.
oiccan, oilloc, oillan (eccolo, eccolo qua, eccolo là)
iamm ja (andiamo,dai)
aumm aumm (di nascosto)