Le leggende sulla nascita della torta caprese
La torta caprese è un must della pasticceria napoletana ed è amata proprio per la mancanza di farina nell'impasto. Su questa particolare mancanza vengono narrate diverse leggende che coinvolgono sia la dinastia Borbone sia Al Capone. Scopriamole insieme!
La torta caprese è un must della pasticceria napoletana e campana. Si tratta di un dolce dal sapore intramontabile e inconfondibile. Grazie al suo gusto intenso ed alla sua consistenza morbida, appassiona i palati di ogni età. La sua ricetta è stata conservata e tramandata gelosamente di generazione in generazione. Questa delizia attrae la curiosità di tutti i golosi. Perché? La risposta è semplice! Manca l’inserimento della farina durante il processo di preparazione. Proprio l’assenza di questo ingrediente apparentemente essenziale ha decretato il suo successo, nonostante la sua dimenticanza all’inizio sia stata definita un grave errore.
Sono numerose le leggende, i miti e i racconti popolari che cercano di dare una risposta concreta ai posteri riguardo la nascita e la creazione di questa insolita ma squisita ricetta. Scopriamo insieme alcune versioni!
Casa Mattozzi apre sul Lungomare, il menù prevede anche la "classica" montanara ripienaLa torta caprese, un desiderio di Maria Carolina d’Asburgo
La prima leggenda che ruota intorno le origini della torta caprese, trova i suoi protagonisti nei reali della dinastia Borbone. Si narra che la moglie di re Ferdinando IV di Borbone, l’austriaca Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, desiderasse degustare una torta Sacher. Un capriccio dettato dalla nostalgia verso le sue lontane e gelide terre natali e, soprattutto, da un senso di ripugnanza e di disadattamento verso suo marito e le calorose terre del mezzogiorno. In uno dei tanti giorni trascorsi all’insegna della noia, quindi, la regina si recò verso le cucine del Palazzo Reale e chiese ai monsieur di realizzare questa sua voglia culinaria. Quei cuochi, però, erano tutti di origine francese e non conoscevano minimamente le ricette e le algide usanze austriache. Perplessi e preoccupati, chiesero alla regina di spiegargli il metodo di preparazione ma, nonostante le confuse direttive ricevute, non riuscirono a replicare la torta Sacher. Uscì, di fatto, proprio la torta caprese, allora considerato un dolce insolito e malriuscito. La regina Maria Carolina, però, se ne innamorò perdutamente dopo averne assaggiato una fetta e si complimentò con i suoi monsieur. Quest’ultimi sono artefici di tante delizie nate per sbaglio, infatti ebbe una sorte simile anche il babà.
Un dolce nato sotto lo sguardo terrificante di Al Capone
La seconda leggenda sulla nascita della torta caprese affonda le sue origini in America, negli ambienti malavitosi del mafioso statunitense di origini italiane Al Capone, soprannominato anche Scarface. Lui l’emblema del gangsterismo durante il periodo proibizionista ed è conosciuto e ricordato nella cultura di massa per aver instaurato contatti diretti tra la camorra newyorkese e quella napoletana. Proprio questo illecito sodalizio fu la causa della nascita della torta caprese. Il gangster, durante gli anni 20 nel 1900, inviò due sue scagnozzi nel Sud Italia per concludere degli affari. Quest’ultimi, una volta giunti a Napoli, si abbandonarono anche a dei viaggi di piacere e così, in compagnia di alcuni amici partenopei, raggiunsero l’isola di Capri. Qui si recarono nella rinomata e prestigiosa pasticceria di Carmine Di Fiore. Il famoso pasticcere capì subito con chi stesse avendo a che fare e andò in ansia. Il timore fu così forte che sbagliò la preparazione di una torta al cioccolato che gli fu chiesta dai due malavitosi. Si dimenticò di inserire la farina nell’impasto. In preda al panico, decise di far finta di niente e di servire lo stesso quello che a primo impatto sembrò un pasticcio. I due, però, gradirono quel sapore insolito e chiesero di quale torta si trattasse e quale fosse la sua ricetta. Il signor Di Fiore non seppe rispondere di primo impatto ma poi decise di improvvisare e battezzò quel dolce come “torta caprese“.
Foto di copertina tratta da Tribù Golosa