Le 10 Chiese più belle di Napoli, la città che ne ha oltre mille
Isolate sulle colline o concentrate in pieno centro antico, le Chiese di Napoli sono più di mille: eccone 10 da vedere assolutamente.
Una città come Napoli non poteva che disseminare il culto nelle forme e nei luoghi più disparati: esempi di architetture religiose neoclassiche, gotiche, barocche sorgono un po’ dappertutto e le cupole di questi edifici di culto contribuiscono a creare il panorama di una città che prega tutti i giorni, in silenzio come nei canti, e che prega forte, non solo il patrono San Gennaro.
Vediamo insieme le dieci chiese più belle di Napoli, una città detta “dalle 500 cupole” (che sono quelle riconosciute dall’Unesco), che in realtà ne custodisce molte di più, come veri tesori.
Torna il Campania Libri Festival a Palazzo Reale: ingresso libero, tanti ospiti e oltre 200 appuntamenti1. Monastero di Santa Chiara, il chiostro rivestito da maioliche
La Basilica di Santa Chiara (o monastero di Santa Chiara) sorge nel centro storico della città ed è uno tra i più grandi edifici di culto di Napoli. Costruito nel 1310 per volere del re Roberto D’Angiò e di sua moglie, il complesso monumentale di Santa Chiara (che custodisce al suo interno resti di affreschi di Giotto), col suo caratteristico chiostro delle Clarisse (caratterizzato da pilastri a pianta ottagonale “rivestiti da maioliche con festoni vegetali”), riprende dalle “Clarisse” tutta la “chiarezza” che è intrinseca nell’etimologia del nome e la sprigiona – appunto – tra le maioliche del 700 e gli affreschi del 600 che rivestono tutto il giardino. Nell’insieme, resta evidente il suo originario stile gotico provenzale sull’impronta del quale la basilica risorse, dopo che i bombardamenti aerei del 1943 avevano spazzato via quasi tutte le forme barocche subentrate con i restauri del 1742.
2. Basilica di San Francesco di Paola, complesso neoclassico a Piazza del Plebiscito
Direttamente su Piazza del Plebiscito (o Foro Regio), sempre nel centro storico, si innesta il più importante complesso neoclassico della città. Si tratta della Basilica di San Francesco di Paola, costruita su ispirazione del Pantheon romano. Per volere di Ferdinando I delle Due Sicilie, come omaggio a san Francesco da Paola, nel 1815 venne promosso un concorso per la costruzione di una chiesa proprio al centro della piazza, vinto dall’architetto svizzero Pietro Bianchi, che aveva promesso al re di non superare in altezza, con la costruzione della cupola, il Palazzo Reale collocato dalla parte opposta della piazza. Al centro del colonnato che dà sulla piazza, invece, si stagliano le statue equestri di Carlo III e di Ferdinando I, opere di Antonio Canova e Antonio Calì.
3. Cappella di San Severo, scrigno barocco di leggende e sculture
Ubicata – ancora – al centro di Napoli è la Cappella di San Severo. “MAUSOLEO NOBILIARE, TEMPIO INIZIATICO, LUOGO DELLA MEMORIA E DELLA MERAVIGLIA”, la cappella era di proprietà di Raimondo di Sangro, settimo principe di San Severo, inventore, mecenate, studioso di alchimia che desiderava fare della cappella un grandioso tempio. Il risultato è quello di uno scrigno barocco, nel quale trovano posto opere come la “Gloria del Paradiso”, la “Pudicizia” e le altre “Virtù”. La Cappella di San Severo, però, avvolta in un episodio leggendario raccontato in “Napoli sacra” (del 1623), è celebre soprattutto per il “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino, una statua di marmo a grandezza naturale ricoperta da un meraviglioso velo ricavato dallo stesso blocco della statua (come si legge dal documento contabile firmato da Raimondo di Sangro a favore dell’artista).
4. Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, la “piccola San Pietro” devota a San Gennaro
Sulla collina di Capodimonte, sporta sul rione Sanità, si trova la Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, il santuario napoletano costruito solo a partire dal 1920 su modello della basilica di San Pietro a Roma, negli interni come negli esterni. Detta – perciò – “piccola San Pietro”, la basilica di Capodimonte, con la sua splendida cupola, accoglie all’interno opere di artisti come Pietro Bernini (padre di Gian Lorenzo Bernini), ma il punto di riferimento dell’intera basilica è il dipinto raffigurante la Madre del Buon Consiglio, quello al quale sono attribuiti miracoli legati al colera e all’eruzione del Vesuvio. Il santuario di Capodimonte è legato, infine, al mitico San Gennaro, tant’è che nelle sue aree sotterranee ospita le Catacombe del santo, il più importante monumento del cristianesimo in città.
5. Certosa di San Martino: il gotico che diventa barocco
Uno dei più grandi complessi monumentali religiosi di Napoli, dai numerosi ed estesi spazi comprendenti chiese, giardini, chiostri e cappelle, proprio vicino al Castel Sant’Elmo, si erge la Certosa di San Martino. Dalla vista mozzafiato, la Certosa nasce nel 1325 per opera dell’architetto e scultore Tino di Camaino, ma la sua veste gotica viene presto sostituita dalle più preziose forme barocche. Finemente decorato, e sede della pittura napoletana seicentesca, il complesso si sviluppa su caratteristici sotterranei gotici ricavati nella collina vomerese che, tra le volte del proprio impianto architettonico e ingegneristico, mostrano iscrizioni e sculture di grande valore e suggestione, mentre un Museo nazionale, in superficie, racconta la storia di Napoli a partire dall’epoca dei Borboni.
6. Basilica di San Lorenzo Maggiore, dove Boccaccio si innamorò di Fiammetta
La Basilica di San Lorenzo Maggiore è tra le più antiche della città e fu ricostruita nel 1270, a partire da una chiesa francescana, per volere di Carlo I d’Angiò. Improntato secondo un maestoso stile gotico francese misto a italiano, con successive aggiunte barocche, il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore prende vita e si erge sugli scavi archeologici greco-romani di Neapolis, risalenti alla seconda metà del I secolo. Piazza San Gaetano, dov’è collocato, era infatti adibita prima ad agorà nel periodo greco e poi a foro romano. Oltre ad essere, con le sue stratificazioni, l’edificio architettonico manifesto della storia di Napoli, la basilica ha ospitato anche personaggi illustri nonché padri della nostra letteratura, come Francesco Petrarca. E, infine, proprio qui Giovanni Boccaccio vide la sua Fiammetta, durante la messa del sabato santo. Era il 1334 e se ne innamorò.
7. Basilica di San Domenico Maggiore, 800 anni di storia, costumi, cultura
In piazza San Domenico Maggiore si trova l’omonima basilica voluta da Carlo II d’Angiò nel 1283. Da allora, la Basilica di San Domenico Maggiore ha visto passare per le sue sale personalità illustri come Tommaso d’Aquino, Giordano Bruno, Tommaso Campanella e artisti come Tino di Camaino, Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Andrea Vaccaro, Luca Giordano, Francesco Solimena e tanti ancora. Il complesso religioso è anche museo di una collezione di abiti più unica che rara, abiti che avvolgevano le salme mummificate delle Arche Aragonesi (le casse con i corpi mummificati dei re aragonesi) e che rappresentano un patrimonio tessile eccezionale, destinato a tramandare un pezzo di storia della moda aragonese napoletana.
Così, altre ancora (8, 9, 10): una storia napoletana di riti e stratificazioni
Simbolo del barocco napoletano è la Chiesa del Gesù Nuovo, situata dirimpetto all’obelisco dell’Immacolata che si erge dalla piazza che porta lo stesso nome della basilica. Imponente nella sua particolare facciata costituita da bugne dalla forma di piramidi, la Chiesa del Gesù Nuovo custodisce il corpo del “medico dei poveri” san Giuseppe Moscati, insieme a una serie di leggende popolari.
La prima chiesa ad essere dedicata alla Vergine è stata la Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta. Sorta sui resti del tempio greco di Diana, nella zona greco-romana più antica della città, la basilica comprende, nel sottosuolo, il Lapis museum, un percorso museale che racconta la remota Neapolis e che, dal 2021, è il primo Museo dell’Acqua del centro storico a restituire alle cisterne greco-romane il loro aspetto e la loro funzione originarie.
Ad essere annoverato tra le dieci chiese più belle della metropoli – la metropoli più ricca di edifici religiosi al mondo – è, infine e senza dubbio, il Duomo di Napoli (o Cattedrale di Santa Maria Assunta), ubicato su Via Duomo e comprendente tre diversi stili architettonici, che si sono sovrapposti nel corso dei secoli. La Cattedrale è, però, particolarmente cara ai napoletani perché è la sede del miracolo del sangue di San Gennaro ed ospita non solo il rito dello scioglimento tre volte all’anno, ma anche le reliquie del santo, insieme a una serie di gioielli in oro, argento, bronzo e pietre preziose offerti in dono al patrono da sovrani, papi e dallo stesso popolo, oggetti che costituiscono il “Tesoro di San Gennaro”.
Isolate sulle colline o concentrate in pieno centro antico, le circa mille Chiese che Napoli ospita non sono solo luogo di culto, ma sono parte integrante della cultura di una città che, attraverso le imponenti architetture ora gotiche, ora neoclassiche, ora finemente barocche, vuole raccontare tutta una storia napoletana di stili e stratificazioni, che è – innanzitutto – una storia di riti, magie, fede, devozione e infinite leggende.