La transumanza, è stata iscritta nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Lo apprende l’ANSA dal Comitato intergovernativo riunito a Bogotà in Colombia.
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Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria nell’Alto Adige, in Lombardia, Valle d’Aosta, Sardegna e Veneto ed è una antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie nel Mediterraneo e nelle Alpi. Tale tradizione affonda le sue radici sin dalla preistoria e si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei “tratturi” che testimoniano, oggi come ieri, un rapporto equilibrato tra uomo e natura e un uso sostenibile delle risorse naturali.
Con questo riconoscimento l’Italia acquisisce il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare, superando Turchia e Belgio. Dal Trentino ad Amatrice, dall’Irpinia a Puglia ci sono i luoghi-simbolici, infatti il riconoscimento riguarda tutto il Paese. Le comunità indicate sono diverse: Amatrice (Rieti), Frosolone (Isernia), Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi in provincia dell’Aquila, Lacedonia in Alta Irpinia in Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula in provincia di Foggia, insieme a territori della Lombardia, la Val Senales in Trentino Alto-Adige, e la Basilicata.
La Transumanza diventa così il 10° riconoscimento per la Campania, dopo i riconoscimenti per la Dieta Mediterranea, l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani, le Macchine a spalla di Nola, il Centro storico di Napoli, la Reggia di Caserta, il complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, Pompei ed Ercolano, la Costiera Amalfitana, il Parco Nazionale del Cilento. Con l’iscrizione della transumanza, la Campania diventa la prima regione italiana per siti ed elementi iscritti nelle Liste dei Patrimoni culturali materiali e immateriali della Campania.