La lingua napoletana, si sa, ormai è diventata patrimonio dell’UNESCO, sincera, verace, allegra ed essenziale.
Ma è tanta la verità e la saggezza che si nasconde dietro la semplicità e la soave musicalità tipica di questo dialetto e dei suoi modi di dire. E’ proprio nei suoi modi di dire che ritroviamo gli innumerevoli passaggi da parte di popolazioni straniere che si sono susseguite in un crocevia di culture e possiamo citarne i più famosi:
1)”Ogni Scarrafone e’ bell a mamma soja“
In quanto ogni persona, seppur non proprio affascinante, è comunque bello agli occhi della propria madre, un modo di dire reso famoso anche dal titolo di una canzone di Pino Daniele.
2)”Chi pecora se fa, ‘o lupo s’ ‘o magna“
In questo caso si dice che chi si mostra debole si fa necessariamente sopraffare da uno più forte.
3)”Dicette o pappice vicino a’ noce, ramm‘ o tiemp‘ ca te spertose”
Disse il pappice alla noce, dammi solo il tempo che mi serve e vedrai che riesco ad entrare nel tuo guscio, nel senso che con la pazienza e la costanza prima o poi si arriva al proprio scopo.
4)”Chi nun sta‘ a sentere mamm‘ e pat‘ va‘ amurì addò nunn’è nat'”
Chi non ascolta i consigli dei propri genitori potrebbe finire in guai seri.
5)”Chi chiagne fott ‘a chi ride“
Chi piange solitamente riuscirà ad ottenere di più rispetto a chi non chiede nulla e affronta tutto con il sorriso.
6)”Quann‘ ‘o mare è calmo, ogni strunz è marenaro‘”
Quando il mare è calmo e le cose sono facili tutti sanno comportarsi e cosa fare, ma è nei momenti difficili che si capisce chi sa come comportarsi.
7)”Nun sputà ‘ncielo ca ‘nfaccia te torna”
Non sputate sulle cose buone perchè poi le conseguenze saranno negative e solo per voi.
8)”‘O sparagno nun è maje guadagno“
Prediligere il risparmio non sempre è la cosa migliore.
9)“Acqua cà nun cammin’ fa pantane e fete”
L’acqua che è ferma, così come una persona che tace e non dice la sua, potrebbe invece parlare alle spalle arrecandoci un danno.
10)“A gatta pe’ ghi e press facett e’ figl cecat'”
Per fare le cose di fretta spesso queste cose non vengono bene, quindi meglio impiegare un pò più di tempo e farle bene.
11)“O’scarparo port e’ pegg scarpe”
Qui si intende il fatto che il calzolaio solitamente per riparare le scarpe degli altri non ha il tempo per aggiustare le proprie.
12)”O’pesc‘fet‘ra cap“
Il pesce puzza dalla testa, nel senso che quando le cose vanno male è perchè solitamente la colpa è di chi ha preso le decisioni.
13)“Quann’ o’perucchio sale in gloria, perd’ a scienz’ e memoria”
Quando le persone povere arrivano velocemente ad acquisire ricchezze solitamente ci si dimentica dell’umiltà e delle origini.
14)“Frije o’pesc e guard’ a gatta”
Chi si è guadagnato qualcosa deve goderselo ma deve anche stare attento a chi potrebbe togliergli queste soddisfazioni e premi.
15)“Storta va deritta vene”
Questo è un proverbio che sottolinea quanto l’ottimismo possa far cambiare un cammino iniziato male in una situazione migliore se solo si vuole cambiarla.
16)“Dicette’ o’parrucchian’ fa chell che ti dica io e no chell che facc’io”
Solitamente questo indica quanto si predica bene quando si deve parlare agli altri e poi invece si fa l’opposto se riguarda noi.
17)“E Sord’ fann’ venì a vista ai cecati”
Nel senso che molti farebbero follie per avere qualche soldo.
18)“Malattie vengono a cavall’ e se ne vanno’ apper”
Le malattie vengono spesso con velocità ma ci vuole del tempo prima che si guarisca completamente.
19)”E dritt morn’ p’ man’ re’ fess”
Le persone intelligenti purtroppo molto spesso vengono danneggiate dagli stupidi.
20)“Chiacchiere’ se port’ o’vient'”
Le parole sono inconsistenti e il vento le porta via, quindi i fatti sono quelli presi in considerazione.
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la lingua napoletana, come tante altre straniere, non si pronuncia come la si scrive però se è una lingua, e lo è, va scritta correttamente e bisogna imparare a pronunciarla. Un inglese non scriverebbe mai rait la parola right . Per cui se vogliamo diffondere la ns. bella lingua, dobbiamo imparare a scriverla……. la B in molte parole si pronuncia V, la D quasi sempre R la elisione ‘ se prima della vocale elimina l’articolo che precede la vocale….’a = al ….se posta dopo a’ = la e così via. Lo so non è facile ma chi la vuole insegnare la deve pur conoscere ….o no ? ,…….attenzione anche alle finali delle parole……molti le scrivono con le vocali che diventano mute nella pronuncia….altri la troncano con …’…..questo lo devo ancora appurare e quindi imparare
“Chi cagn a’ via vecchia pa’ nova sape quello ca lassa e nun sape quello ca trova”
Auciel sa’coppien in ciel è ‘chiavch comp a terr.
Quanno ‘o culo se fa pesante ce ne iammo p”e sante (in punto di morte cirivolgiamo alla religione).
L’ammore fa passà ‘o tiempo e ‘o tiempo l’ammore.
Quanno ‘o riavolo t’accarezza, vò l’anema.
Quanno Pulcinella va ‘ncarrozza tutt”o vedono. Grazie
Suoer stupendo