Paese che vai rituale che incontri. Abbiamo potuto constatare fino a questo momento che un medesimo racconto, in questo caso la morte di Cristo, può essere narrato in modo diverso a seconda dei numerosi paesi presenti in Campania, di cui abbiamo raccontato la storia della devozione presente durante la settimana Santa.
Paese che vai rituale che incontri. Abbiamo potuto constatare fino a questo momento che un medesimo racconto, in questo caso la morte di Cristo, può essere narrato in modo diverso a seconda dei numerosi paesi presenti in Campania, di cui abbiamo raccontato la storia della devozione presente durante la settimana Santa. Negli articoli precedenti, se riflettiamo attentamente all’interno di questi tipi di racconto, ci sono molteplici elementi in comune, come la processione, una grande partecipazione sociale e la forte devozione, e altri elementi costanti e che si ripetono con una certa similarità.
Il paese di cui raccontiamo oggi, è Somma Vesuviana, una frazione situata nel cuore del parco Nazionale del Vesuvio e precisamente racconteremo della giornata dedicata alla processione del Venerdì Santo.
Questo tipo di rituale ha origine a partire dall’800 e venne istituito dalla Reale Arciconfraternita Pio Laical Monte della Morte e della Pietà, questa arciconfraternita nata a partire dalla metà del 1600, fu voluta da uomini illustri ed ecclesiastici dell’epoca, che debellata la pestilenza che colpì diversi paesi campani in quel secolo, istituirono come devozione quest’ordine per compire opere pie a suffragio alle anime del purgatorio.
Oggi alla realizzazione di questa processione oltre alla Reale, ci sono anche altre confraternite che partecipano indossando sai bianchi e si distinguono tra loro a seconda dei diversi colori dei cordoni che ne identificano l’appartenenza, questi devoti, con in mano lunghe candele, scortano la statua di Cristo deposto dalla croce e della Madonna in tutta la processione, intonando il Miserere, simulando così una lunga veglia.
Un rituale pronto ad emozionare
La processione inizia nel tardo pomeriggio quando dall’interno della chiesa della Collegiata, situata tra le mura dell’antico borgo del Casamale, che risale al periodo della dominazione degli Aragonesi a Napoli, esce la statua dell’Immacolata, vestita di nero e con ai piedi la statua del Cristo morto, seguono all’uscita dei due simboli della sacralità, una folla di fedeli che accompagnano il lungo cammino dove sarà presente la banda che intonerà in tutto il paese le marce funebri raccontando attraverso la musica la straziante fine di Cristo e il dolore della madre. La processione, dopo aver toccato le tappe principali del paese, termina con il ritorno delle statue in tarda serata, in Chiesa.
Si assiste ad una vera e propria spettacolarizzazione della religione, dove immancabile oltre alla musica sono gli applausi che sostengono il corteo e il pathos che inevitabilmente, esso tende a regalare ai suoi spettatori.
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