La processione del Venerdì Santo a Gesualdo unisce il racconto della passione di Cristo con le sofferenze d’amore e di redenzione del principe Carlo Gesualdo.
Terminiamo il nostro piccolo tour alla scoperta delle processioni della settimana Santa raccontando quella di Gesualdo, piccola frazione dell’avellinese dove si tiene una suggestiva processione che interseca il racconto della passione di Cristo associata alle sofferenze d’amore e di redenzione del principe Carlo Gesualdo; ancora una volta sacro e profano si mescolano e danno vita ad un racconto fantastico.
La processione si svolge nella tarda serata del Venerdì Santo, appunto a Gesualdo, e parte dalla piazza Umberto I, attraversa tutte le stradine del borgo medioevale, partendo dalla Chiesa di S. Nicola fino all’imponente Castello Longobardo scelto come emblema per rappresentare la crocifissione sul Calvario, da qui si da inizio alla rappresentazione fatta dalle molteplici sofferenze di Cristo che si fondono idealmente con quelle del principe Carlo Gesualdo vissuto alla fine del 1500 e passato alla storia come compositore di musiche madrigali.
Il racconto di una redenzione
Ma forse vi starete chiedendo, perché accostare questi due personaggi così diversi in un’unica processione e perché proprio nella settimana santa?
La spiegazione possiamo ritrovarla in breve, nel raccontare alcune delle vicende personali di cui fu testimone il principe Carlo Gesualdo che, oltre ad essere ricordato per le sue musiche e per il suo talento artistico, viene ricordato soprattutto come assassino della sua prima moglie Maria D’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa. Il Principe, dopo aver commesso gli atroci delitti, fu tormentato dalle sue colpe per tutto il resto della vita. Per lenire i suoi tormenti, viene spinto dal desiderio di espiazione e si dedica per questo alla composizione di musica sacra, e realizza diverse sinfonie, tutte ispirate al periodo sacrificale di Gesù. Per questo motivo la suggestiva musica del principe è stata scelta per raccontare gli ultimi sussulti di Cristo in Croce e le lacrime di Maria, essa fa da colonna sonora per tutto l’intero percorso della processione, attraverso la musica l’anima di don Carlo vive così la sua espiazione, il suo personale tormento, la sua stregata inquietudine.
Lo spettacolo al quale si assiste chi ha la fortuna di trovarsi in questi luoghi è uno dei più suggestivi in assoluto, gli ultimi momenti della vita di Cristo vengono raccontati infatti con tanta ricchezza dei particolari e la suggestione delle musiche e degli odori che si possono percepire lungo le vie della processione sono veramente fuori dal comune.
-
1 Napoli: quando l’astronomia diventa arte
-
2 La prima lavatrice in Italia, introdotta a Napoli dai Borbone
-
3 Complesso Monumentale Donnaregina, patrimonio artistico partenopeo
-
4 Il pilates a Napoli: ecco i migliori centri dove praticarlo
-
5 Le migliori piscine per rimettersi in forma a Napoli!
-
6 La Candelora: la processione dei “Femminielli”
-
7 L’ex “Birreria Peroni” rinasce: diventerà un centro polifunzionale!
-
8 Ferdinando IV di Borbone e la Tiella di Gaeta
-
9 O’Cardalana: un mestiere scomparso, ma vivo nella memoria
-
10 Festa di Halloween, tradizioni e antiche usanze partenopee