C’è sempre gran parlare sui giornali, in televisione e sopratutto sui social network, di Napoli e dei napoletani. Spesso è capitato che ad offese da parte di personaggi anche illustri si sono contrapposte risposte di altrettanti personaggi o semplicemente l’indignazione di tutto il popolo di Napoli. Querele e risposte al veleno sono state in un passato non troppo lontano al centro di non poche polemiche.
La questione a me sembra semplice, Napoli non sarà perfetta, ma di Napoli possono parlare male solo i napoletani! E tutto sommato è giusto così.
La Fontana di Spina Corona, detta «delle Zizze»Certo resta da capire il perché molti, forse troppi, sembrano non poter fare altro che criticare Napoli, quasi fosse uno sport nazionale. Ma non è che in fondo in fondo alla base di questa mania iper critica non vi sia forse un pizzico di invidia? un po’ come la storia della volpe e l’uva.
Napoli è una città magnifica e da queste pagine non manchiamo mai di ricordarlo, non basterebbero mille parole e mille e uno fotografie per raccontare la bellezza di Napoli al mondo. I monumenti, l’archeologia, il Vesuvio, il cibo, insomma non c’è una cosa che non incanti, ma a pensarci bene basta tutta questa infinita meraviglia per scatenare tanta verde invidia? Non vi sono al mondo città altrettanto belle?
Sì certamente, ma solo nei confronti di Napoli sembra scatenarsi tanto forte sentimento.
Io forse il perché l’ho capito e voglio suggerirlo anche a voi.
Ma prima vi racconto una storia che ho letto qui e lì.
È la storia di un giovane lustrascarpe, come fino a qualche anno fa ne esistevano tanti su Toledo, questo si chiamava Gennarino. Gennarino aveva scelto di lustrare le scarpe per pagarsi gli studi all’università. Giorno dopo giorno era lì a pulire le scarpe dei napoletani, ma sopratutto dei tanti turisti e forestieri che ogni giorno sbarcavano al porto. Un giorno uno di questi americani che sbarcava, un po’ come accade oggi, da uno dei grandi piroscafi ormeggiati al porto, era a farsi lustrare le pregiate scarpe da Gennarino. Le scarpe però non ubbidivano in alcun modo e non riuscivano proprio a venire pulite. Erano di un camoscio difficile che il povero lustrascarpe non riusciva proprio a trattare. L’americano iniziava ad infastidirsi e Gennarino non poté che ammettere la sconfitta, l’americano iniziò ad inveire pesantemente contro il ragazzo gli lanciò in faccia i suoi soldi ed andò via continuando ad urlare.
Di lì passava il professore di Gennarino che non resistette alla tentazione di avvicinare al ragazzo e mentre si faceva pulire le scarpe gli chiese come mai avesse scelto proprio quel mestiere decisamente umile, chino ogni giorno a pulire le scarpe anche di gente poco riconoscente ed arrogante.
Gennarino con una semplicità enorme spiegò al suo professore che amava tanto profondamente la sua città che quel mestiere era un po’ come renderle omaggio. Gennarino riteneva che chiunque sbarcasse a Napoli non aveva piedi abbastanza puliti per permettersi di toccare una terra tanto amata e speciale e così anche se all’apparenza erano turisti e stranieri che lo trattavano con superiorità in un certo senso lui li faceva “fessi e contenti” perché pulendo i loro piedi li offendeva perchè li riteneva puri e indegni di toccare la sua terra così com’erano.
Ovviamente il professore non poté in alcun modo pagare Gennarino per il suo splendido sevizio sulle sue scarpe perchè il ragazzo rifiutò i soldi del professore ritenendo per lui già un pagamento sufficiente quanto lo stesso professore insegnava all’università.
E allora, cosa c’entra tutta questa storiella con l’invidia ? Ecco, io credo che chi invida Napoli invidia essenzialmente i napoletani ed il loro modo di guardare al mondo, di affrontare la vita. Senza ansie, senza stress, senza preoccuparsi troppo di cosa accadrà domani e sopratutto, con la loro capacità di ridere di loro stessi e del mondo intero.
Solo chi è napoletano sa chi sia veramente e come si comporti un vero napoletano. Chi parla male di Napoli e del suo popolo non è mai venuto a contatto con la sua vera anima. Ecco perché non ci offendiamo quando ascoltiamo, per televisione o attraverso i mass-media, certi insulti o attributi sul nostro saper e voler vivere. Noi ci rifacciamo al famoso detto dantesco “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”.
una città che ha 3000 anni di storia,che ha subito, rimanendo indenne,terremoti, pesti, invasioni,che ha saputo, con intelligenza, conservare il proprio glorioso passato,che ha partorito le menti più illustri della cultura (pittura, scultura,teatro, filosofia ecc.ecc.),che quotidianamente si nutredi bellezza, non può certamente dolersi se qualche pennivendolo che si spaccia per giornalista parla male di lei. La verità è che parlare male di Napoli sta diventando una moda che fa audience.E,allora, freghiamocene e continuiamo ad amare la nostra meravigliosa città. Grazie