Il Santuario della Madonna del Carmine, dove la tradizione popolare e la storia si incontrano

La simulazione dell'incendio del Campanile, spento solo con l’arrivo del quadro della Vergine del Carmine, come simbolo del male che può essere debellato solo attraverso la fede.

Arte e Cultura
Articolo di , 17 Gen 2016
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Il Santuario della Madonna del Carmine che si trova a Napoli ha origini molto antiche che risalgono al XIII secolo. Prima che fosse costruito questo imponente santuario in realtà nella zona del Campo Moricino, c’era una piccola chiesetta che custodiva in una grotta un quadro raffigurante una Madonna con bambino, portata molti anni prima dai frati Carmelitani costretti a lasciare la Palestina e che trovarono rifugio proprio in questo piccolo monastero dedicato a S.Nicola di Bari.

Grazie alla vicinanza della chiesetta alla piazza in cui si teneva il mercato, tale immagine riscosse ben presto la devozione dei napoletani che abitavano nelle zone del Moricino, gli abitanti così che frequentavano questo luogo, iniziarono a venerare questa immagine sacra.

L'incanto della Napoli di fine '800 nelle prime fotografie a colori

La costruzione della nuova chiesa che andò a sostituire quella piccola fu voluta il 27 Giugno 1270 da parte di Carlo D’Angiò I, che concesse un terreno molto vasto per la costruzione del nuovo Santuario. La storia racconta che a contribuire anche alla sua costruzione fu una grossa donazione da parte di Elisabetta di Baviera che due anni prima aveva perso in battaglia proprio a Napoli il figlio Corradino, ultimo rampollo della famiglia Hohenstaufen, le spoglie di quest’ultimo erano state deposte dai frati Carmelitani proprio nella chiesetta, e da qui l’interesse della nobile donna verso questo luogo.

Nel 1304 la nuova Chiesa, sorta in forme gotiche, non aveva ancora accorpato la precedente chiesa di S. Nicola cosa che avvenne negli anni immediatamente seguenti.
La chiesa fu dedicata alla Vergine Assunta, la cui immagine venne messa sull’altare maggiore. La consacrazione liturgica col titolo del Carmine avvenne solo nel 1828, nonostante il popolo la denominò in questo modo molti secoli prima.

A partire dal 1500 abbiamo molte testimonianze di feste che i fedeli con soldi propri, realizzavano in onore della Madonna del Carmine e che tutt’ora con il passare dei secoli perdurano nel tempo, ovviamente con rivisitazioni e tocchi di modernità.
Tali feste popolari erano legate al culto di ringraziamento e di rinnovo della fede da parte di devoti che avevano ricevuto il dono della guarigione da malattie grazie al quadro miracoloso della Madonna con il bambino.

Uno dei simboli di festa popolare legati al Santuario della Madonna del Carmine è sicuramente quella dell’incendio del Campanile. Il Campanile è una struttura di 75 metri, fu costruito insieme alla chiesa, fu più volte danneggiato e più volte ricostruito.

Questa festa che si svolge il 15 Luglio, prevede la simulazione di un vero e proprio incendio al Campanile, che viene spento solo con l’arrivo del quadro della Vergine del Carmine e con l’invocazione da parte della platea che osserva il tutto esclamando: “Madonna d’o Carmine”. Il significato del gesto dell’incendio viene visto dunque come simbolo del pericolo del male che può essere debellato solo attraverso la fede e quindi attraverso l’immagine sacra che aiuta il popolo in difficoltà riunito in preghiera.
Di preciso non si sa quando nasce questa tradizione, ma molti testi storici riportano l’usanza di questa festa già ai tempi di Masaniello dove l’incendio del campanile era associato alla simulazione dell’attacco al fortino.

Nella seconda metà del 1900 questa festa ha assunto un carattere grandioso basti pensare che lo svolgimento di questo evento avveniva in più serate e accompagnato dal festival della canzone con annessi spettacoli pirotecnici in mare.
Questa festa così articolata, ha incrementato nel tempo il massiccio flusso di pellegrini verso il Santuario della Madonna del Carmine che richiama tutto il popolo napoletano e non solo, pochi infatti sono coloro che vivono in città e ancora possono dire di non avere mai assistito a questo rituale così caratteristico. Ma la sua particolarità non è solo che riesce a resistere nel tempo, ma è sicuramente il fatto che riesce a coinvolgere in modo profondo anche coloro che sono distanti dalla religione.

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