Già di per sé perfettamente immaginabile, con l’Ai Napoli incanta e va oltre la realtà
La vista del golfo popolata da cartoni animati e da scritte al neon che creano aggregazione. La città - già perfettamente immaginabile di per sé - può sorprendere ancora di più con le immagini digitali. Perché, se usata a piccole dosi e consapevolmente, attraverso l’Ai possiamo ri-abituarci a vedere oltre ciò che appare.

Nel mondo digitale, con Napoli si può giocare: questa viene sognata, trasformata, accessoriata fino all’impensabile. È quello che fanno i visual artists, usare gli strumenti messi a disposizione dall’intelligenza artificiale e dai programmi di grafica più aggiornati per raccontare la città in maniera irrazionale, pop ma anche nostalgica (se vogliamo), come nel caso della rappresentazione dei personaggi Disney che nuotano nelle acque tranquille del golfo.
Graphic designer napoletana, Benedetta Maione è tra questi ed è la creatrice di immagini digitali nelle quali la vista del golfo (che amiamo e alla quale siamo così abituati) diventa un set, uno scorcio in cui si immergono protagonisti dei cartoni animati, distese di fiori ma anche accessori moda, e su cui piovono patatine fritte.
La vista del golfo popolata da cartoni animati e da scritte al neon che creano aggregazione
“Do sfogo alla mia visione fantasy di una città che, nonostante le sue mille difficoltà, diventa scenario perfetto per qualsiasi cartone o film”. Durante il lockdown, la graphic designer Benedetta Maione – formata alla Ilas di Napoli – ha iniziato a condividere elaborati grafici che raccontassero stati d’animo, creando curiosità e aggregazione.
Non a caso, i suoi lavori diventano virali in momenti delicati o felici. Quando la terra trema per le scosse bradisismiche, per esempio, sulla sua pagina Instagram è comparsa un’opera digitale che rappresenta il Vesuvio sullo sfondo e una scritta al neon sul mare: “Napoli non avere paura”. Allo stesso modo, durante le vittorie del Napoli, lo stadio si colora (anche artificialmente) di nuove visioni digitali integrando i simboli più radicati.
Oggi, infatti, con gli strumenti tecnologici a disposizione possiamo immaginare Napoli proprio come vogliamo. Possiamo trasformarla nel nostro cartone preferito, in un sogno, in un gioco, in un’idea che ci consola, in un paesaggio bizzarro del quale siamo protagonisti e spettatori; un paesaggio creato con un software di generazione immagini che magari ci distrae da un momento di realtà opprimente.
Ecco, è in questo caso che apprezzo l’intelligenza artificiale, quando crea attimi di leggerezza, di creatività, che possono servire nella vita reale ad andare oltre, a ri-abituarsi a vedere oltre ciò che appare.
Ci sono ancora (e per fortuna) generazioni cresciute con l’abitudine di disegnare a mano, stampare le fotografie, guardare gli orizzonti, conservare biglietti e ricordi. Per chi appartiene a quel mondo, l’idea di trovarsi di fronte prodotti di intelligenza artificiale può essere distante e respingente.
Eppure, usata a piccole dosi e consapevolmente, l’Ai può essere considerato un moderno mezzo potente per ampliare i confini dell’immaginazione, per rendere visibile un pensiero o un’emozione, per dare nuova vita a un ricordo, visto che anche di questa colpa si carica il nostro mondo digitalizzato: provocare la dimenticanza.
In questo scenario, Napoli – che è già una città che sembra uscita dall’immaginazione per la sua estetica, il caos, i contrasti, la teatralità quotidiana – si presta ad essere ri-immaginata anche attraverso il digitale, rompendo le regole della realtà in tutti i modi che ha a sua disposizione.

