Festa della mamma, le canzoni napoletane da dedicare

La festa della mamma è alle porte ed il miglior modo per dimostrarle il proprio affetto è dedicarle una canzone napoletana incentrata sulla sua figura. Scopriamo insieme le più celebri!

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Articolo di , 08 Mag 2021
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La festa della mamma è alle porte, mancano pochi giorni ed è giunto il momento di pensare a delle dolci dediche da fare alle proprie madri. Si sa, i cittadini della provincia partenopea sono conosciuti per il loro attaccamento ai valori come la famiglia e per tale motivo è molto importante celebrare questa ricorrenza. Un ottimo modo per omaggiare la figura materna e per spiazzarla è dedicarle delle canzoni napoletane sulla sua figura o anche una poesia.

Le canzoni napoletane sulla mamma più amate

Ci sono molte canzoni napoletane dedicate alla mamma composte e interpretate dai grandi maestri della musica sia del passato sia del presente. Si tratta di testi e arrangiamenti intramontabili, senza tempo e senza età che fanno emozionare grandi e piccoli. Scopriamone insieme qualche esempio, approfondendo la storia e le curiosità circa loro composizione.

La mamma: i modi di dire napoletani dedicati all'unica e sola

Zappatore

Questo brano fu scritto da Libero Bovio e musicata da Ferdinando Albano. Esordì nel 1928 con la voce di Gennaro Pasquariello e, dato il suo grande successo, l’anno dopo fu d’ispirazione alla sceneggiata per la regia di Gustavo Serena e l’interpretazione di Ferdinando Albano. La canzone giunse all’apice del suo successo agli inizi degli anni ottanta, grazie alla magistrale e commovente messa in scena di Mario Merola. Quest’ultimo non solo la curò da un punto di vista teatrale ma grazie al suo lavoro sinergico con Alfonso Brescia l’adattò anche sullo schermo cinematografico. Uno dei suoi versi più celebri è: “Ca o zappatore nun s”a scorda ‘a mamma/ Te chiamma ancora “gioia”/ E arravugliata dint’ ‘o scialle niro/ Dice “mo torno core ‘e mamma soia/ Se venne a piglia ll’urdemo suspiro”.

Il testo è imperniato sulla storia di Mario. Lui è un ragazzo di umili origini che, grazie ai sacrifici dei suoi genitori Francesco Esposito e Maddalena, è riuscito a conseguire gli studi giuridici e diventare un avvocato. Dopo l’elevazione della sua posizione sociale ha iniziato a snobbare l’affetto dei suoi familiari. Il padre deluso da ciò l’ha raggiunto ad una festa chic per rimproverarlo attraverso le parole struggenti presenti nel brano. Lo zappatore, la persona fiera delle sue umili origini, non trascura e non rinnega mai l’amore di una madre.

Lo studente

Questa canzone del 1982 fu portata in scena da Nino D’Angelo all’interno del film dall’omonimo nome diretto da Ninì Grassia. Se nello Zappatore troviamo un figlio ingrato che si vergogna delle sue radici, ne Lo studente vi è invece un liceale di liceo tecnico-commerciale di nome Nino che è profondamente riconoscente ai sacrifici della madre. Lei è segretamente la cameriera della casa della benestante ragazza di cui lui è innamorato. La canzone fa così: “Chell ca fà mammà/ Tu nun ‘o ssaie/ Fà ‘a camerier dint ‘a casa toia/ E io t’ ha vennett pè na gran signora/ Pè nun me vergognà/ Della mia povertà”. Lui non ha paura di svelare le sue origini umili, anzi, è orgoglioso di essere figlio di una madre che ha lavorato duramente per non farlo sentire mai inferiore a nessuno e per garantirgli gli studi.

Le canzoni napoletane più divertenti da dedicare alla mamma

Comme facette mammmeta

Questo capolavoro del repertorio napoletano ha compiuto ben 115 anni dalla sua storica uscita. Dopo oltre un secolo, come tante altre canzoni napoletane, non smette mai di far divertire tutti i cuori napoletani. Fu scritta da Salvatore Gambardella e da Giuseppe Capaldo. Grazie all’interpretazione di Antonietta Rispoli al Teatro Eldorado  di Santa Lucia si classificò seconda al festival di Piedigrotta. Tra le sue interpreti più rinomate vi è Elvira Donnarumma.

Io, mammeta e tu

Correva l’anno 1960 quando il grande maestro Renato Carosone diede vita a questo capolavoro. Il brano vanta una chiave ironica da fuori classe, infatti tantissimi napoletani del titolo ne hanno fatto un luogo comune. La canzone parla di tutte quelle madri, o meglio suocere, molto apprensive e anche un po’ pettegole. Per colpa di quest’ultime, secondo Carosone, molti figli non godono dell’opportuna privacy con i propri partner.  Risulta molto simpatica da dedicare alla propria madre: i napoletani non si offendono, sono sportivi, prendono tutto con dolcezza e con umorismo. Sono tantissimi i volti noti della musica italiana che l’hanno interpretata come Domenico Modugno, Massimo Ranieri e Gigi D’Alessio.

 

 

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