Felice Sciosciammocca, un personaggio comico del teatro napoletano
Creato da Eduardo Scarpetta, il personaggio di Felice Sciosciammocca trovò in Totò uno dei suoi più grandi interpreti.
Creato da Eduardo Scarpetta, il personaggio di Felice Sciosciammocca trovò in Totò uno dei suoi più grandi interpreti. Tra le scene più esilaranti della storia cinema italiano, non può non annoverarsi quella in cui, nel film Miseria e Nobiltà, tratto dalla omonima commedia teatrale di Eduardo Scarpetta, il grande Antonio de Curtis, nei panni dello squattrinato scrivano Felice Sciosciammocca, povero ed affamato, salta su una tavola imbandita di ogni ben di Dio, infilando gli spaghetti nelle tasche della giacca lisa.
Il personaggio fu creato da Eduardo Scarpetta
Tuttavia, la maschera di Felice Sciosciammocca, non fu inventata dal principe della risata, ma dal commediografo Scarpetta il cui intento era di creare un personaggio diverso dal ben più antico Pulcinella, furbo e triviale, tipica rappresentazione della plebe napoletana. Già il nome Sciosciammocca, suscita il sorriso dello spettatore.
Città Sommersa di Baia, ritrovato il tempio dei NabateiChe significa sciosciammocca?
Nella lingua napoletana, “sciosciammocca” indica “colui che rimane a bocca aperta”, ovvero una persona che si lascia soffiare in bocca, quindi un credulone, un ingenuo facile da raggirare.
Successivamente il personaggio, grazie all’abilità dello Scarpetta, si evolse trasformandosi da coprotagonista, la c.d. “spalla”, al fianco di Pulcinella, all’epoca impersonificato dall’attore e regista Antonio Petito, uno dei più celebri interpreti della maschera teatrale partenopea, in protagonista di svariate commedie.
Nel tempo, da sciocco credulone, il personaggio di “Feliciello” assunse sempre più le caratteristiche del Pulcinella, dalla scaltrezza all’acume, senza tuttavia mai immedesimarsi con la classe popolare napoletana.
Lo Sciosciammocca motteggiava la classe borghese
Scarpetta infatti intendeva mettere in scena un nuovo personaggio che ben rappresentasse la nuova classe medio borghese napoletana, ben lontano dal popolino di cui Pulcinella era massimo esponente; una classe sociale, quella borghese, in ascesa, che, oggetto di attenta osservazione da parte del commediografo, gli fece affermare “dove infatti se non in mezzo a questo ceto, così caratteristico e così dissimile nella sostanza e nell’apparenza, io avrei trovato maggior campo di studio e di osservazione, più svariata ricchezza di tipi, di figure, di macchiette, terreno più fertile di intrighi e di comici episodi, esagerazioni, pregiudizi, difetti più acconci, alla satira e alla caricatura?”
Come appariva in scena lo Sciosciammocca?
Pertanto, lo Sciosciammocca appariva in scena indossando un cilindro in testa, un abito a quadretti corto e liso, il papillon, il bastone da passeggio, le scarpe lucide vistosamente grandi; degli abiti che rappresentavano caricaturalmente il tipico esponente della piccola borghesia, meno plateale nella gestualità e nelle movenze rispetto a Pulcinella, ma pur sempre pronto a creare situazioni equivoche e spesso comiche.
Totò interpretò per ben 3 volte lo Sciosciammocca
Tuttavia, il grande pubblico legò il personaggio di Feliciello Sciosciammocca alla figura di Totò che nelle tre rappresentazioni in Un turco napoletano (1953), Miseria e nobiltà (1954) e Il medico dei pazzi (1954), ne diede una rappresentazione magistrale ed indimenticabile.