Campi Flegrei, un sottomarino dalla Norvegia per monitorare la caldera
Hugin scandaglierà le profondità del golfo per studiare la caldera e migliorare la prevenzione dei rischi vulcanici.

La ricerca scientifica nei fondali marini si arricchisce di una nuova, avanzata tecnologia: Hugin, un sottomarino norvegese, pronto a esplorare le profondità del Golfo di Napoli fino a tremila metri sotto la superficie, dove l’uomo non è mai arrivato. Acquistato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn per cinque milioni di euro grazie ai fondi del PNRR, il veicolo rappresenta un importante passo avanti nello studio della caldera sommersa dei Campi Flegrei.
Un’innovazione tecnologica al servizio della ricerca
Hugin, prodotto dalla società norvegese Kongsberg, è un piccolo siluro lungo cinque metri, equipaggiato con telecamere ad alta definizione e sensori avanzati in grado di raccogliere dati cruciali per la comprensione della morfologia e dell’attività geotermica sottomarina. Il sottomarino, giunto alla stazione di Portici alcune settimane fa, inizierà le sue prime missioni esplorative tra maggio e giugno.
"Je sto vicino a te", sold out la grande festa per Pino Daniele al PalapartenopeGrazie alle sue capacità di navigazione autonoma e di rilevazione ad alta precisione, Hugin permetterà di tracciare un quadro dettagliato della caldera dei Campi Flegrei. Fino a oggi, la conoscenza della sua conformazione si basava su modelli teorici; con l’impiego del sottomarino, sarà finalmente possibile ottenere immagini e misurazioni dirette.
Monitoraggio della caldera flegrea: un passo cruciale per la sicurezza
Le missioni di Hugin si concentreranno su diversi obiettivi fondamentali: la mappatura del perimetro sottomarino della caldera, la misurazione delle faglie geologiche, l’individuazione e il monitoraggio delle fumarole e delle emissioni gassose. Questi dati saranno essenziali per migliorare la comprensione del comportamento del vulcano flegreo, una delle aree vulcaniche più monitorate al mondo per il suo elevato livello di attività.
In un’intervista rilasciata al Tg3 Campania, Simonepietro Canese, primo tecnologo di ricerca della Stazione Zoologica Anton Dohrn, ha sottolineato l’importanza di questo nuovo strumento: “L’utilizzo di Hugin ci consentirà di vedere e studiare direttamente una parte della caldera che fino ad oggi era stata analizzata solo attraverso modelli teorici. Si tratta di un dispositivo strategico per la sorveglianza del vulcano flegreo, soprattutto in un momento delicato come quello attuale, in cui l’attività sismica e vulcanica della zona richiede un monitoraggio costante.”

