I Napoletani hanno un dono speciale. Sanno come sviluppare i propri talenti per dar vita dal nulla a qualcosa che somigli anche solo vagamente ad un lavoro, ottenendo così un ruolo nella società.
Questo dono è definito “arte di arrangiarsi” ed è un’abilità partenopea conosciuta in tutto il mondo. È nata per rispondere per lo più a necessità contingenti permettendo agli esponenti delle classi popolari di vivere per lo più alla giornata, non curanti di prospettive future.
Fu così che il popolo si inventò i mestieri più disparati e inimmaginabili. Talvolta addirittura sorprendenti come quello praticato dalle “aggiusta bambini”.
Le donne più furbe sfruttarono il proprio ruolo materno offrendo le proprie abilità alle gestanti, alle puerpere e alle madri con carenza di latte. La vammana, la mammazezzella sfruttavano la loro professionalità al servizio di queste donne: una era una levatrice che si occupava del parto e rispondeva ai problemi delle donne in gravidanza, l’altra era una balia di latte.
Chi erano le “aggiusta bambini”?
Nonostante il nome alquanto sinistro, “coloro che aggiustavano i bambini” non facevano nulla di male ai figli di Napoli. Non è possibile aggiustare un bambino come fosse una bambola. E loro lo sapevano bene.
Non lo sapevano, però, i loro clienti.
Sfruttavano, astutamente, l’ignoranza delle persone delle classi sociali più povere che non esitavano a riporre nella loro arte la propria fiducia e i propri neonati. Una truffa messa in atto ad arte per spillare del denaro alle puerpere, facendogli credere che il neonato avesse bisogno di essere “aggiustato” perché presentava gonfiori, rugosità e una pelle violacea, tutte conseguenze di un parto particolarmente difficile. Dei difetti che necessitavano solo qualche giorno per essere “aggiustati”.
Questo era il compito delle “aggiusta bambini”: convincere le puerpere di essere in grado di eliminare tali difetti fisici. Persuase le madri, prendevano con sé i neonati accudendoli nell’attesa che il tempo facesse il suo corso e riconsegnandoli ai legittimi genitori con la pelle rosea e il viso disteso in cambio di un lauto compenso.
Quello che, probabilmente prima del XIX secolo, era considerato e praticato come un vero mestiere dalle professioniste dell’arte di arrangiarsi, è ormai solo un ricordo sbiadito di una Napoli che non c’è più. Un pezzo della nostra cultura e della nostra storia di cui raccontare per non dimenticare, di nuovo.