“‘A Sciantosa”, da dove nasce quest’espressione napoletana così evocativa?
Una storia brillante ed un significato poliedrico. "'A Sciantosa" echeggia leggiadra in un passato prestigioso, tornando a noi sotto forma di interessante espressione tipica.
La lingua napoletana custodisce testimonianze brillanti di un passato ricco di fascino. Detti, modi di dire ed espressioni tipiche echeggiano tra i vicoli della città, rimandando ad epoche che, ancora oggi, catturano i cittadini partenopei e non solo. Sebbene moltissime espressioni siano finite nel dimenticatoio, rimanendo appannaggio dei soli appassionati dell’idioma e delle tradizioni napoletane, altre sono rimaste profondamente radicate nell’immaginario collettivo; impreziosendo i discorsi tra concittadini con carisma, saggezza e simbolismo. Tra queste, una delle più antiche è “‘A Sciantosa”, un epiteto particolarmente caratteristico che scopriremo di seguito.
“‘A Sciantosa”, storia e significato del magnifico termine napoletano
Veniva affibbiato a donne eleganti, dall’atteggiamento superbo. “‘A Sciantosa” è un’espressione particolarmente evocativa, utilizzato in componimenti letterari e opere musicali. L’epiteto affonda le radici nella storpiatura della parola francese “chanteuse”, ossia “cantante”. Nell’antichità, infatti, le sciantose erano le cantanti che si esibivano nei caratteristici café-chantant, quelli che hanno fatto la storia della Parigi mondana e che, per un periodo, hanno ispirato l’offerta di svago dei ricchi partenopei.
Pomodoro San Marzano: la vera storia dell'"oro rosso di Napoli"Storia vuole che le chanteuse siano arrivate a Napoli, immergendosi nella scena artistica cittadina e arricchendole. Sono diversi, del resto, i luoghi che ne confermano il passaggio. Ad oggi, i napoletani utilizzano il termine per descrivere una donna molto curata nell’aspetto o, talvolta con accezione dispregiativa, riferendosi a coloro che dimostrino atteggiamenti vanesi.
Dal complimento, allo scherzo, fino ad arrivare all’insulto, “‘a Sciantosa” immortala un’affascinante istantanea della Napoli che fu, trovando applicazione nel linguaggio moderno senza alcuna difficoltà. Il termine rappresenta l’esempio lampante della potenza comunicativa della lingua napoletana e di come la storia della città abbia contaminato l’idioma nel profondo.